La Duma ha reso un crimine screditare «con fake news» l’esercito

Un voto all'unanimità sulla questione: la decisione apre ancora una volta la questione relativa a cosa si intenda per fake news e per informazione ufficiale

04/03/2022 di Gianmichele Laino

Sono 401 voti a favore su 401 presenti. Zero astensioni. Zero voti contrari. La Duma a Mosca ha approvato una legge contro le fake news sull’esercito russo impegnato nell’invasione dell’Ucraina. Si tratta di una normativa che fa scadere nel penale, ritenendolo un reato, la diffusione di false informazioni belliche. Non si tratta, lo si precisa, della prima legge contro le fake news che viene approvata da un organo istituzionale (è successo anche in altri Paesi del mondo: India, Malesia, Singapore prevedono il carcere per la diffusione di false informazioni, in Italia l’articolo 656 del codice penale prevede sanzioni per chi dovesse diffondere notizie false, esagerate o tendenziose). Tuttavia, l’attuale contesto sulla libertà dell’informazione in Russia rende più evidente lo scopo di questa legge che, di fatto, punta a favorire l’informazione filo-governativa, a discapito di quella indipendente.

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Legge su fake news in Russia, l’approvazione della Duma all’unanimità

Con la nuova legge approvata dalla Duma, il rischio è di imbattersi in una pena che può arrivare fino a 15 anni di carcere per chi dovesse trovarsi a diffondere informazioni false sull’esercito russo. In particolare, si è discusso di responsabilità penale per la diffusione di informazioni false sulle forze armate, prevedendo all’interno della normativa eventuali sanzioni anche per chi dovesse semplicemente «screditare» l’esercito russo. Lo speaker della Duma, Vjačeslav Volodin, ha affermato che queste sanzioni potrebbero essere in vigore già a partire dalle prossime ore, sottintendendo, dunque, che non sia necessario un ulteriore processo di ratifica da parte delle altre istituzioni competenti nell’iter legislativo.

La legge sulle fake news contro l’esercito russo arriva esattamente nel giorno in cui è stato limitato l’accesso ad alcune testate internazionali che operano all’interno del territorio – come la BBC – e all’indomani della liquidazione della radio indipendente L’Eco di Mosca. Contestualmente, in Russia sono stati presi provvedimenti per la limitazione anche di Facebook e di Twitter, con il conseguente rallentamento di download e upload di materiali media sulle due piattaforme social.

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