La legge sui seggiolini anti-abbandono è stata approvata, ma non è mai entrata in vigore

20/09/2019 di Enzo Boldi

È passato quasi un anno dalla trasformazione del dll nella legge Salvabebè. Un iter lungo che, però, non ha ancora terminato il suo percorso, come testimoniato dalla notizia di cronaca arrivata giovedì da Catania. Un uomo, un padre, ha dimenticato il proprio bambino in macchina, sotto il sole cocente. Doveva accompagnarlo all’asilo prima di recarsi a lavoro, ma il primo passaggio, nella sua mente, era stato completamente rimosso.

Il piccolo è deceduto dopo esser rimasto per ore in quell’automobile che si è trasformata, per lui, in una gabbia ad altissima temperatura. E la legge Salvabebè era nata proprio per evitare episodi come quello di Catania. «Ricordo solo di essere uscito di casa alle otto del mattino e di avere sistemato Leonardo nel seggiolino, fissato nel sedile posteriore dell’auto – ha raccontato il padre della piccola vittima agli inquirenti -. Ho soltanto un grande vuoto in testa». Un blackout che era già capitato ad altri genitori e per questo era stato avviato un percorso legislativo per normare i cosiddetti seggiolini anti-abbandono in auto. Ma dopo l’esultanza per la tramutazione del ddl in legge, il tutto è rimasto ancora chiuso nel cassetto.

La legge Salvabebè, approvata ma non in vigore

«Più di un anno fa è stata approvata una legge all’unanimità che impone di dotarsi di dispositivi anti abbandono, perché la tecnologia c’è – ha detto Giorgia Meloni, una delle grandi promotrici della Legge Salvabebè, a RTL 102.5 -. È stata approvata ma il ministero non ha mai fatto il decreto attuativo, perché ovviamente abbiamo chiesto degli incentivi per non caricare gli obblighi sulle famiglie, non ci hanno messo un euro perché hanno altre priorità, il decreto non è mai stato fatto e quindi la legge non è mai entrata in vigore».

La lentezza burocratica

Oltre ai decreti attuativi di cui parla Giorgia Meloni, in realtà manca anche il parere del Consiglio di Stato che non ha ancora concluso la sua analisi del provvedimento. Una lentezza burocratica che svilisce anche la velocità (seppure sempre tipica di un bradipo rispetto agli eventi) della politica italiana. E fatti come quello di Catania non dovevano più ripetersi. Così avevano promesso.

(foto di copertina: ANSA)

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