Zingaretti ha fatto una legge per i riders: «L’abbiamo inviata a Di Maio»

20/06/2018 di Redazione

Oggi è stata presentata in Regione Lazio una legge sulla gig economy che mira a tutelare il caotico mondo dei riders. La proposta di legge dal titolo “Norme per la tutela e la sicurezza dei lavoratori digitali”, la prima in Italia, vuole riconoscere più diritti, più tutele e più innovazione in materia di salute e sicurezza ai lavoratori del settore, quelli che si muovono tramite app o su piattaforme collaborative digitali, come i rider impegnati principalmente nella consegna di cibo a domicilio, indipendentemente dalla tipologia e dalla durata del rapporto di lavoro.

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LEGGE INVIATA A DI MAIO

«Abbiamo ovviamente inviato questa legge al Ministro in uno spirito di piena collaborazione, ma intanto se arriveremo a termine, approvando in consiglio la legge, mi auguro con la concertazione e l’ascolto di tutti, perché non è una legge contro qualcuno, è una legge che vuole aiutare questo settore economico a svilupparsi dentro una rete di tutele che va comunque sancita e garantita, allora si sarà fatto un buon lavoro per la nostra economia regionale e per l’Italia», spiega il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a margine della presentazione. «Ringrazio – ha aggiunto il governatore – tutti coloro che ci hanno lavorato e collaborato : dalla piattaforme, alle rappresentanze dei lavoratori».

LE PRINCIPALI MISURE CONTENUTE NELLA PROPOSTA DI LEGGE

Tutela della salute e della sicurezza: al lavoratore digitale sono riconosciuti il diritto alla tutela contro infortuni e la malattia professionale; le piattaforme digitali adottano le misure per la tutela psico-fisica del lavoratore, la manutenzione dei mezzi di lavoro e la formazione sulla sicurezza.

Tutela assistenziale e previdenziale: sono a carico della piattaforma digitale l’assicurazione obbligatoria contro infortuni, malattie professionali, danni a terzi, la maternità e la paternità.

Obbligo di formazione e informazione: la piattaforma digitale provvede alla formazione e offre chiarezza e trasparenza su tutte le condizioni contrattuali e lavorative.

Rating reputazionale: chiarezza e trasparenza saranno garantite dalla piattaforma digitale sull’utilizzo dell’algoritmo che determina l’incontro tra domanda e offerta e sulla procedura di valutazione per la formazione del rating reputazionale.

Compenso: il compenso sarà a tempo e non può in ogni caso essere inferiore alla misura oraria minima secondo quanto previsto dalla contrattazione collettiva. In ogni caso il compenso non può essere stabilito a cottimo.

La Regione, inoltre, si impegna, con uno stanziamento di 2 milioni di euro per il biennio 2019/2020, a mettere in campo forme di tutela integrativa in materia di previdenza e assistenza, a contribuire alla formazione in materia di salute e sicurezza e all’informazione sui diritti dei lavoratori.

COME NASCE LA PROPOSTA DI LEGGE

La proposta di legge è il frutto di un percorso partecipato avviato dalla Giunta attraverso una Consultazione pubblica sulla piattaforma on line del sito della Regione Lazio e di una serie di incontri, dedicati a tutti gli attori protagonisti di questo mondo: lavoratori, aziende e organizzazioni sindacali e datoriali.

Un percorso partecipato che continuerà anche dopo l’approvazione della legge in Consiglio regionale con l’istituzione della Consulta dell’economia e del lavoro digitale. Prevista, inoltre, la creazione del Portale del lavoro digitale composto dall’Anagrafe regionale e dal Registro regionale delle piattaforme digitali. I lavoratori e le piattaforme digitali potranno iscriversi al Portale, l’iscrizione è gratuita e avverrà nel rispetto della privacy, per accedere alle forme di tutela integrative che saranno finanziate dalla Regione.

«Abbiamo avuto un colloquio a metà maggio con l’assessore, siamo stati invitati per un tavolo di confronto, siamo soddisfatti», ha detto dirigente della piattaforma della gig economy Moovenda Giampaolo Sacconi, a margine della presentazione della proposta di legge sui rider della Regione Lazio. «Ovviamente dobbiamo vedere il testo e tutti i temi che tratta – ha aggiunto – però, in linea di massima, avvicina il modello al nostro, perché noi in realtà tra gli operatori siamo già quelli che hanno la paga oraria e non a cottimo, che pagano l’Inps e l’Inail, che fanno veri e propri contratti, quindi non possiamo che essere felici di questo. L’altro ieri siamo stati al tavolo con il ministro Di Maio e dobbiamo cercare anche di capire come si rapporteranno le due realta’ – ha concluso Sacconi – pero’ siamo contenti e apertissimi».

(foto ANSA/ AMALIA ANGOTTI)

 

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