La Lega restituirà i 49 milioni in ‘rate’ da 600mila euro l’anno
18/09/2018 di Redazione
Come farà la Lega a rimborsare i 49 milioni di euro della truffa dei rimborsi elettorali? In queste ore è arrivata una risposta a questa domanda. I legali del Carroccio, che trattano con i magistrati, hanno presentato un’istanza sulle modalità di esecuzione dei sequestri. «Non si tratta di un accordo, ma di un’istanza da parte della difesa che attiene alle modalità di sequestro preventivo ed eseguibile» e che è stata accolta dalla Procura, ha precisato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi.
La Lega e la restituzione dei 49 milioni: sequestro a ‘rate’ da 600mila euro l’anno
Nella proposta della Lega si parla, nel dettaglio di un sequestro di 100euro a bimestre, per un totale di 600mila euro l’anno. I 600mila euro rappresentano una soglia minima, ma se il partito dovesse incamerare di più, al netto delle spese della gestione ordinaria, la cifra prelevata dalla Procura aumenterebbe. I soldi della Lega dovrebbero essere messi a disposizione su un conto corrente dedicato, a disposizione della Guardia di Finanza. Al momento nelle casse del Carroccio, secondo quanto sostenuto dai legali del partito, ci sono 130mila euro che verranno subito acquisiti dalle Fiamme Gialle. «Abbiamo fatto – ha detto Cozzi – quello che viene fatto in altre procedure analoghe, laddove agiamo in esecuzione. È un meccanismo che la Procura ha già seguito per i crediti erariali, per cui una società può subire sequestro preventivo». «Credo – ha aggiunto il procuratore – che abbiamo raggiunto un punto di equilibrio e perseguito gli interessi dello Stato».
Lo stipendio ai dipendenti garantito
La via d’uscita arriva circa due settimane dopo la decisione del Tribunale del Riesame di Genova (dello scorso 6 settembre) sul sequestro di 49 milioni di euro per la truffa sui rimborsi elettorali dell’era Bossi-Belsito. Del possibile accordo tra Procura e Carroccio (per garantire al partito guidato da Matteo Salvini di proseguire la sua attività senza la necessità di cambiare nome e simbolo) aveva già parlato il Corriere della Sera (articolo di Fiorenza Sarzanini). Il quotidiano riferiva in mattinata di trattativa Lega e pm riguardante un recupero dei fondi che sarebbero proventi della truffa, il rimborso dell’intera somma, garantendo nello stesso tempo il pagamento dello stipendio dei dipendenti.
Il conto dove far confluire tutte le entrate
Il partito, aveva anticipato il Corriere della Sera, metterebbe a disposizione dei magistrati un conto corrente dedicato dove far confluire tutte le entrate, compresi i rimborsi elettorali di marzo scorso. Da quel conto verrebbero poi prelevati i soldi da restituire fino a raggiungere quota 49 milioni, la cifra della truffa dei rimborsi elettorali non dovuti, avvenuta tra il 2008 e il 2010. Stando a quanto rivelato dal quotidiano, ieri era stata preparata una bozza di accordo con un dettaglio delle somme minime che la Lega dovrà versare ogni anno, in modo da stabilire un tempo massimo per raggiungere il risultato. Nel patto anche la comunicazione del numero di conto corrente dove far confluire il denaro.
Il ricorso in Cassazione
Intanto oggi gli avvocati della Lega Giovanni Ponti e Roberto Zingari hanno annunciato di aver depositato in Cassazione il ricorso contro la decisione del tribunale del Riesame per il sequestro dei 49 milioni.
Il Pd: «Il bottino sarà restituito in 80 anni»
Le reazioni politiche all’intesa tra Lega e Procura non si sono fatte attendere. «La #LegaLadrona – ha scritto su Twitter l’esponente Pd ed ex ministro per le Riforma Maria Elena Boschi – ha deciso di restituire i soldi spariti in comode rate. Ci metteranno più o meno lo stesso tempo di quello che impiegheranno per rimpatriare i clandestini: 80 anni». Il deputato Dem Andrea Romano, intanto, sempre su Twitter: «Quasi un secolo per restituire il bottino di una truffa ai danni degli italiani? Una furbata mai vista, una colossale presa in giro».
(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ETTORE FERRARI)