«Lega di mxxxx, razzisti»: la scritta con insulto su un muro della storica sede di via Bellerio

07/01/2019 di Redazione

«Il popolo non è razzista. Lega di merda. Razzisti». È la scritta con insulto comparsa nella notte tra domenica e lunedì su un muro esterno della storica sede della Lega in via Bellerio a Milano. A darne notizia, su Facebook è stato il deputato Paolo Grimoldi.

«Razzisti»: la scritta sul muro della storica sede della Lega in via Bellerio

«L’anno nuovo purtroppo – ha scritto il parlamentare sulla sua pagina – comincia in continuità con quello precedente, procedendo nell’escalation di aggressioni alle sedi della Lega, con vandalismi, buste con proiettili, scritte spray con minacce e insulti, vetrate infrante e purtroppo anche attentati incendiari ed esplosivi (tre da luglio nelle nostre sedi in Lombardia), senza contare i fantocci di Salvini bruciati nei cortei studenteschi». E ancora: «Che brutto clima intimidatorio – ha concluso Grimoldi nel suo post – di cui gran parte della sinistra, sempre impegnata a blaterare di fascismo, non si accorge o forse preferisce non accorgersene…».

 

lega
(Immagine dalla pagina Facebook di Paolo Grimoldi)

 

Per identificare gli autori delle scritte è stata disposta l’acquisizione di filmati delle telecamere. Secondo quanto spiegato dalla Polizia nessuno si sarebbe accorto di nulla, probabilmente anche per il periodo feriale e il minor afflusso di persone lungo viale Enrico Fermi, via che collega Milano con l’hinterland a Nord e che in un tratto scorre proprio a fianco del muro della struttura. «Noi abbiamo scoperto stamani l’intera scritta», hanno riferito dalla storica sede della Lega. Sul posto c’è da tempo una vigilanza fissa 24 ore su 24 da parte dell’Esercito. Le indagini sono svolte dalla Digos.

Non è la prima volta che si parla di scritte sul muro esterno della sede leghista di via Bellerio. E non sempre per frasi offensive o insulti rivolti al partito di Matteo Salvini. A maggio scorso dal muro è scomparsa la scritta ‘Lega Nord Padania Basta euro’.

(Immagine di copertina dalla pagina Facebook del deputato leghista Paolo Grimoldi)

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