Le regole per la ripartenza, ovvero come sarà l’Italia durante la fase 2

Come sarà la nostra vita durante la Fase 2? Siamo vicini all’inizio di quella che sarà la fase di convivenza col virus, stando a quanto emerso dall’ultimo incontro tra Conte e il comitato tecnico-scientifico. Si comincia a ragionare su come saranno le nostre vite in questo periodo di transito che, una volta terminato, dovrebbe riportarci a una – nuova – normalità. La normalità post coronavirus.

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Fase 2, come riaprirà l’Italia

La riapertura seguirà il principio di lentezza e gradualità, con le prime aziende dalla prossima settimana e l’uscita dei cittadini e la riapertura dei negozi dal 4 maggio. Previsto uno scaglionamento sia per i clienti che entrano nei negozi che per i lavoratori nelle aziende. E gli scienziati ritengono che le scuole andrebbero tenute chiuse. Sarà un’Italia che vivrà di turni e file, quindi, quella che emerge dalle conclusioni a cui dovremmo giungere e che dovrebbero esserci rese note presto da Conte. Un’Italia in cui chi lavora a contatto col pubblico dovrà portare i dispositivi di sicurezza, in cui i cittadini dovranno cambiare radicalmente le proprie abitudini fuori casa. Almeno per il primo periodo.

«Tutela della salute al primo posto, ma i motori del paese non possono restare spenti troppo a lungo»

Queste le parole di Conte durante la riunione con il comitato scientifico. Si è parlato anche della «tenuta psicologica dei cittadini», dell’«ordine pubblico» e dell’«impatto delle chiusure sull’economia», tutte questioni su cui Conte ha espresso la sua preoccupazione. Siamo in una fase in cui è necessario mantenere ancora prudenza e rigore, quindi, ma con un occhio alla ripartenza del paese a partire dalla speranza per il via libera all’apertura di alcune aziende a partire dalla prossima settimana. Ricordando sempre, come ha detto il premier, che «non possiamo rischiare che la curva dell’epidemia si alzi di nuovo, perché non possiamo permetterci di ripartire da capo».

Presenze alternate a lavoro e file per i negozi

L’affluenza nelle aziende, nelle imprese e negli studi professionali dovrà essere tarata al minimo. Rimane quindi il principio dello smart working da privilegiare per chi può, con turni alternati e presenza scaglionate per chi invece si reca in sede. Il principio del metro di distanza non potrà mancare tra le postazioni. Lo stesso discorso varrà per i negozi e, più in generale, per tutti i luoghi che prevedono la presenza di clienti. File e entrate scaglionate esattamente come accade ora nei supermercati e nelle farmacie, quindi. Per i centri estetici e i parrucchieri si dovrà procedere per appuntamenti essendo in due per ogni stanza, cliente e lavoratore. Si riapriranno per prime le attività simboliche, quelle considerate più a basso rischio come librerie e cartolerie. Tra le attività a basso o medio rischio troviamo – secondo i codici Ateco – agricoltura, cassieri e costruzioni mentre in quelle a medio alto o alto rischio sono inclusi camerieri d’albergo, addetti alle mense e parrucchieri.

(Immagine copertina da Pixabay)

 

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