Salvini diventerà scrittore: dal carcere «scriverò ‘Le mie prigioni’, come Silvio Pellico»
20/01/2020 di Enzo Boldi
Era il 1832 quando Silvio Pellico, poeta e patriota italiano, pubblicò «Le mie prigioni» per raccontare il suo periodo di detenzione iniziato nel 1820 e conclusosi dieci anni dopo. Un’opera diventata simbolo di quell’Italia che era nel pieno dei moti rivoluzionari che poi, nel 1861, culminò con l’unità d’Italia. Ma il piemontese non vide mai concluso quel suo lavoro rivoluzionario, perché morì nel 1854, quando il nostro Paese era ancora nelle mani delle potenze straniere. La sua storia si studia sui libri di scuola e ora la cita anche Matteo Salvini, utilizzando questa metafora per parlare della sua eventuale condanna per il caso Gregoretti.
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Il leader della Lega lo ha detto questa mattina nelle Valli di Comacchio, dopo aver detto di esser pronto ad andare in galera per aver difeso gli italiani. Ovviamente si tratta di un’iperbole dato che la giunta per le immunità al Senato si riunirà solo nel pomeriggio di oggi, poi ci sarà il voto del Parlamento (il 17 febbraio) e solo allora, in caso di decisione avversa a Matteo Salvini, lui potrà esser sottoposto a regolare processo (con tutti i gradi di giudizio previsti dal codice italiano).
Le mie prigioni, il libro di Matteo Salvini
Ma il segretario del Carroccio, preso dall’ebrezza della campagna elettorale per l’Emilia-Romagna e la Calabria, decide di preparare il mondo al suo arresto. «Ma sei matta – ha detto Matteo Salvini rispondendo a una sua sostenitrice che gli diceva di non mollare – Per fermarmi mi devono arrestare, vabbè che non manca molto ma, in caso, da dentro, scriverò Le Mie prigioni come Silvio Pellico».
Prima lottava per dividere l’Italia
Un futuro da scrittore, ma dal carcere. In realtà, la storia insegna altro. Le mie prigioni di Silvio Pellico vennero scritte e pubblicate due anni dopo la scarcerazione del patriota e poeta italiano, arrestato per la sua adesione ai moti rivoluzionari in atto in quell’epoca. Insomma, oltre a non calzare per motivi temporali, l’esempio e la citazione di Salvini non è azzeccata neanche nei modi. Ma è la campagna elettorale del nuovo Millennio. Con buona pace di chi ha lottato per unire l’Italia, senza mai chiedere distinzione tra cittadini del Nord e quelli del Sud, tra secessioni e stati paralleli (vedi Padania).
(foto di copertina: da profilo Facebook di Matteo Salvini)