Quelli che fanno il processo a Le Iene dopo il suicidio del 64enne che aveva fatto catfishing

La famiglia della vittima, Daniele di 24 anni, aveva collegato il suicidio del giovane alla truffa subita. Dopo l'esposizione mediatica, tutta la storia è diventata ancor più tragica

07/11/2022 di Redazione

L’esposizione mediatica, un anno dopo i fatti, ha portato il 64enne (che ha subito una condanna per sostituzione di persona in seguito al catfishing con cui aveva ingannato un giovane di 24 anni di Forlimpopoli) a togliersi la vita. La sua vicenda, nella scorsa settimana, era stata raccontata dalla trasmissione Mediaset Le Iene. In un servizio, si spiegava come l’uomo si fosse spacciato per una giovane modella di 20 anni, diventata il punto d’arrivo di una sorta di relazione virtuale per il ragazzo di 24 anni, Daniele, che – dopo aver scoperto l’inganno – si è tolto la vita. La giustizia italiana ha riconosciuto la sostituzione di persona (reato previsto dal codice penale), ma non ha avuto elementi per giudicare l’istigazione al suicidio nei confronti della vittima. Una decisione che aveva spinto i genitori di Daniele a parlare con la trasmissione di Italia 1 e che aveva riportato al centro della cronaca la vicenda. Da qui, la decisione estrema del 64enne che – a sua volta – si è tolto la vita.

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Le Iene e le accuse sui social network, dopo il suicidio del 64enne

Mentre diversi gruppi sui social network – soprattutto quelli locali, di prossimità rispetto a Forlimpopoli – hanno sospeso le pubblicazioni proprio per evitare ulteriori ricami sulla vicenda, c’è da dire che – ad esempio su Twitter, dove l’argomento risulta essere tra i trending topic – Le Iene sono state attaccate in seguito alla notizia del suicidio dell’uomo.

Si è passati così dall’indignazione per la vicenda in sé (e per le conseguenze che probabilmente ha avuto sul ragazzo di 24 anni) all’indignazione per l’esposizione mediatica. L’uomo – pur essendo stato schermato nel corso delle riprese della trasmissione – era risultato riconoscibile per alcuni elementi di contesto, soprattutto all’interno della sua comunità (non molto grande).

Tuttavia, la vicenda raccontata – soprattutto in una fase come questa – non poteva essere trascurata. Il catfishing, ovvero la truffa mascherata da una persona che si finge un’altra, il social engineering, la sostituzione di persona attraverso i profili social, sono dei mali del nostro tempo. Soprattutto perché la dimensione goliardica con cui i social network venivano utilizzati in passato ha sempre più ceduto il passo a una sorta di vita digitale parallela. Dove tutto ciò che si fa conta esattamente come nella vita reale.

C’erano sicuramente modi diversi per raccontare la storia, magari esponendo i protagonisti molto di meno rispetto a quanto è stato fatto. Ma in un mondo in cui i social network rappresentano sempre di più un’arma a doppio taglio non si possono ignorare dei casi del genere. E non si può pretendere di non raccontare la vicenda solo per quello che, a posteriori, è successo.

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