L’anno bellissimo (il 2019) si è concluso con l’aumento dei precari e il calo dei posti fissi

30/01/2020 di Enzo Boldi

Quando si parla di disoccupazione, da un anno a questa parte, non si può che fare i conti con il decreto dignità siglato dal governo Conte-1 e su cui il Movimento 5 Stelle ci ha messo timbro (insieme alla Lega) e faccia (attraverso proclami social). Dopo un periodo in cui la situazione occupazionale sembrava puntare verso un miglioramento, ecco arrivare la mannaia del dicembre nero che svilisce tutte le aspettative e quei post Facebook in cui si annunciava il cambio di marcia: aumenta il lavoro precario e diminuiscono i posti fissi.

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L’anno bellissimo, quello che doveva essere il 2019 – così come annunciato da Giuseppe Conte all’epoca della sua prima esperienza a Palazzo Chigi – si è chiuso, quindi, non benissimo. I dati Istat, infatti, mostrano un calo degli occupati che si sintetizzano in un numero negativo: -75mila unità. Questo dato viene leggermente addolcito da quei 17mila cittadini che hanno ottenuto un contratto a termine. Cifre che, sommate al mare magnum generale, indica 3 milioni e 123mila dipendendi con contratto a tempo determinato. Numeri da record in Italia.

Lavoro precario in aumento

Calano i lavoratori indipendenti – liberi professionisti e autonomi -, toccando il punto più basso dal 1977 (anno in cui sono iniziate le rilevazioni da parte dell’Istituto di Statistica. Ma il dato che porta la situazione a non essere affatto positiva è quello del lavoro precario. I numeri, parlano chiaro e mostrano come i posti fissi in Italia, almeno nel mese di dicembre, siano in calo rispetto alle precedenti rilevazioni.

I dati Istat di dicembre

Il tasso di occupazione è in leggero calo, ma sostanzialmente stabile, così come quello che riguarda la disoccupazione giovanile. A preoccupare, però, è la scelta dei contratti che vengono offerti ai lavoratori: sempre più precari, sempre meno con la possibilità di guardare al futuro con sicurezza.

(foto di copertina: da free commons di Google)

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