Alla fine, hanno confermato il licenziamento della prof di Torino che protestava contro Casapound

30/04/2019 di Redazione

La manifestazione contro Casapound, alla fine, è stata fatale a Lavinia Flavia Cassaro, la docente che aveva partecipato e che, in quella circostanza, aveva offeso le forze dell’ordine che stavano facendo da cordone tra il corteo dei centri sociali antifascisti e il movimento della tartaruga. Il Tribunale di Torino, infatti, ha confermato il licenziamento per la docente disposto dall’ufficio competente del Ministero dell’Istruzione, Università e della Ricerca.

Lavinia Flavia Cassaro, la conferma del licenziamento

Stando alla sentenza del tribunale di Torino, sarebbe evidente il contrasto tra le finalità educative e il ruolo dell’insegnante e l’atteggiamento incontrollato e offensivo nei confronti delle forze dell’ordine. Si è docenti, secondo i giudici, anche fuori dal contesto scolastico.

La protesta della docente si era svolta in concomitanza con un comizio di Simone Di Stefano di Casapound in corso Vittorio Emanuele a Torino. A distanza di oltre un anno è arrivata la scure del tribunale che l’ha condannata anche al pagamento delle spese processuali, come stabilito dal giudice del Tribunale di Torino, Mauro Mollo.

Lavinia Flavia Cassaro, la sentenza del tribunale

«Per i docenti di scuola primaria, i compiti educativi sono ancora più marcati rispetto ai colleghi degli altri gradi scolastici – si legge nella sentenza -: hanno a che fare con bambini che non hanno sviluppato un senso critico e sono quindi portati ad ‘assorbire’ tutto ciò che viene trasmesso loro dall’insegnante, pertanto, un comportamento che violi le regole di civile convivenza e diffonda un senso disprezzo per lo Stato e i suoi comportamenti, tenuto dalla persona che dovrebbe essere modello di comportamento è ancora più grave».

La decisione del giudice, dunque, conferma quella dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte che aveva ritenuto responsabile Lavinia Flavia Cassaro di cattiva condotta e, per questo motivo, era stata licenziata. La donna era stata pesantemente criticata anche da Matteo Renzi, all’epoca della manifestazione contro Casapound. Poi, aveva ricevuto una catena davvero impressionante di insulti sui social network. Ora, il giudice ha deciso anche di toglierle definitivamente il posto di lavoro.

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