Un po’ di chiarezza sulla “Laurea Influencer”

I laureati in Scienze della Comunicazione erano dottori Influencer a loro insaputa. Il nuovo percorso formativo annunciato dall’università telematica eCampus sta facendo molto discutere: all’interno del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione infatti è stato avviato il “percorso influencer” con l’intento di «colmare il vuoto formativo attuale con una programmazione trasversale e ben codificata». Quindi sì, è Scienze della Comunicazione, ma nessuno l’ha mai nascosto. E chi polemizza pensando di aver scoperto un inganno, prova invece che Scienze della Comunicazione è una facoltà di tutto rispetto.

La “laurea da influencer” è una laurea in Scienze della Comunicazione, e non è un problema

Sul web in molti hanno commentato la notizia del percorso influencer annunciato da eCampus evidenziando la similitudine del piano didattico con un qualsiasi corso di laurea in Scienze della Comunicazione. E a ben vedere: il percorso infatti fa parte della stessa facoltà. Una polemica scaturita da titoli “semplicistici” sulla falsa riga del “laurea in Influencer”. Una sintesi giornalistica necessaria, che per l’appunto i laureati in Scienze della Comunicazione comprendono appieno. Solo loro evidentemente, e il vero problema sta proprio lì.

Il corso di laurea eterno incompreso in Italia

Moltissimi laureati, in Italia, in Scienze della Comunicazione, vengono considerati “dottori di serie B”, se non C e D. Questo perché intorno al corso di laurea c’è molta confusione e ignoranza. Quello in Scienze della Comunicazione è un corso di laurea che si allunga e interseca con molti altri: dalla politica al marketing, dalla psicologia del lavoro fino all’editoria e al giornalismo. E questo, spesso, in Italia viene considerata una mancanza di “taglio”, e quindi di serietà. Un errore madornale: gli stessi corsi all’estero, in Gran Bretagna, Francia e Usa per citarne solo alcuni, sono considerati come il terreno fertile per il nuovo mercato del lavoro. Quali? è presto detto: Spin doctor, che affiancano i politici nella loro comunicazione, social media manager, di cui siamo cavie ogni giorno, esperti di comunicazione nell’ambito industriale, pubblicitario e di marketing e giornalisti. E per finire, influencer. Insomma i laureati in scienze della Comunicazione sono professionisti svalutati che però hanno in mano le redini dei lavori del futuro. Basterebbe dargli il credito, anche formativo, che meritano. E invece di polemizzare contro gli influencer, apprezzare che il mondo universitario finalmente guarda al mondo del lavoro senza filtri e pregiudizi.

Un po’ di chiarezza sulla “Laurea da Influencer”

Cosa cambia allora tra un regolare corso in Scienze della Comunicazione e il percorso influencer di eCampus? insieme a storia del giornalismo, semiotica e filosofia dei linguaggi e diritto dell’informazione, spuntano alcune materie come Psicologia e Sociologia della moda, Urban e Territorial Marketing e Diritto sindacale e delle relazioni industriali. Materie che sono estremamente vicine al mondo della comunicazione ma che solitamente vengono relegate ad essere tra quelle “a scelta”. Il percorso influencer invece le rende obbligatorie, per poter dare una chiave più indirizzata all’offerta didattica. Chiamarla “Laurea Influencer” è una sintesi anche per attirare l’attenzione. Altrimenti, forse, non avrebbe avuto lo stesso risalto e visibilità. E se ci siete cascati, siete caduti nella trappola proprio di un laureato in scienze della comunicazione.

(Credits immagine di copertina: Instagram da sx : chiaraferragni , marianodivaio , chiarabiasi)

 

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