La storia del latitante da undici anni che è stato tradito dall’utilizzo dei social

Ironia della sorte, a tradire un latitante che è riuscito a fuggire per ben undici anni è stata la sua voglia di esserci sui social

22/12/2021 di Ilaria Roncone

L’attrattiva per l’utilizzo dei social è talmente tanta da arrivare a spingere una persona che sfugge alla giustizia da undici anni a creare un profilo rendendosi così identificabile. Questo è successo al 57enne Gaetano Guarino, il cui nome compare nell’elenco del Ministero perché irreperibile da ben undici anni. In un’azione collaborativa operata dal Nucleo Investigativo di Napoli in collaborazione con Ros e Polizia Tunisina, l’uomo è stato identificato tramite i social e portato in un carcere tunisino in attesa del provvedimento di estradizione. La storia del latitante sui social stimola senza dubbio una riflessione sulla pervasività delle piattaforme social veramente nella vita di chiunque, anche di qualcuno che – rendendosi rintracciabile – rischia di perdere la libertà.

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Il latitante sui social incastrato dopo undici anni

L’uomo, originario di Casal di Principe – in provincia di Caserta – era stato classificato come broker del narcotraffico. Non c’era nessun legame con organizzazioni di tipo mafioso però si è reso promotore di un gruppo criminale che si occupava di importare stupefacenti in Italia a partire dalla Turchia. Nello specifico stiamo parlando di eroina: grazie a una rete fitta di fiancheggiatori – distribuiti in diverse nazioni -, il soggetto gestiva il transito della droga partita dalla Turchia con destinazione Italia (precisamente provincia di Napoli) e passaggio per la Grecia.

Già lo scorso aprile, tramite un provvedimento della Procura generale presso la Corte di Appello di Napoli, era stato disposto l’arresto con condanna a 25 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio. Il lavoro di pattugliamento sul web dei carabinieri nel corso dei mesi ha permesso di scovare un profilo che l’uomo aveva creato sui social utilizzando dati falsi. Si è giunti alla conclusione che fosse lui, individuando la sua collocazione geografica, grazie all’analisi dei contatti e dei post pubblicati che hanno permesso la ricostruzione degli spostamenti quotidiani.

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