Lamorgese risponde a Salvini: «Nizza nostra responsabilità? I decreti sicurezza hanno creato insicurezza»
Le parole del ministro dell'Interno dopo la richiesta di dimissioni da parte di Salvini
30/10/2020 di Gianmichele Laino
Il ministro Luciana Lamorgese su Nizza risponde alle accuse di Matteo Salvini e degli altri partiti di opposizione. Questi ultimi hanno chiesto scusa al popolo francese per il fatto che l’attentatore della cattedrale di Nizza, Brahim Aoussaoui – che ha ucciso tre persone con un assalto al coltello -, sia sbarcato a Lampedusa nel mese di settembre e sia stato lasciato libero di attraversare il confine per arrivare in Francia.
Lamorgese su Nizza e la risposta a Salvini
«Il tunisino non era stato segnalato né dalle autorità tunisine, né dall’intelligence. È arrivato con uno sbarco autonomo a Lampedusa e il 9 ottobre è stato raggiunto da un decreto di respingimento – ha detto il ministro dell’Interno in conferenza stampa -. Anche in passato casi del genere si sono verificati. Come mai le forze delle opposizioni non si sono scusate in altri casi gravi che si sono verificati come l’attentato nella metropolitana di Londra, a London Bridge, l’attentato alla Rambla a Barcellona. È il momento di smetterla con queste storie: è un attacco all’Europa e Lampedusa è la porta dell’Europa».
Poi ha chiarito sulla richiesta di dimissioni avanzata da Salvini, che ha parlato anche di responsabilità morale del governo italiano per quello che è successo nella città francese: «Responsabilità non ce n’è da parte nostra – ha detto Luciana Lamorgese -, ho sentito che si parla dei decreti sicurezza che noi avremmo modificato. Ma i decreti sicurezza hanno creato insicurezza: 20mila persone sono uscite dall’accoglienza da un giorno all’altro e noi ci abbiamo messo una pezza, non disperdendo tutte le persone sul territorio nazionale».
Il ministro dell’Interno ha spiegato anche perché si è venuta a creare questa situazione di tensione con la Tunisia, paese d’origine dell’attentatore di Nizza: «Gli sbarchi autonomi sono senz’altro aumentati – ha detto il ministro -, ma non dobbiamo dimenticarci che siamo di fronte a una crisi economica in Tunisia, che siamo di fronte alla pandemia del coronavirus che ha messo in crisi gli aspetti sociali di quel territorio»