Conte voleva evitare l’asso franco-tedesco: nominate una francese (Lagarde) e una ‘tedesca’ (von der Leyen)
02/07/2019 di Enzo Boldi
Il suo discorso sembrava aver ‘affascinato’ i suoi 28 colleghi del Paesi Membri dell’Unione Europa, ma a essere affabulati dal suo eloquio pulito, netto e deciso sono stati solamente gli italiani. Giuseppe Conte aveva battuto i pugni sul tavolo del vertice (anzi, dei vertici) all’interno dell’UE per le nomine delle varie presidenze, mettendosi di traverso di fronte a un asse franco-tedesco che voleva spartirsi le poltrone principali. Sembrava esserci riuscito, ma nel tardo pomeriggio si è deciso di scegliere la ministra ‘tedesca’ (nata in Belgio) Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea e la francese Christine Lagarde alla presidenza della Banca Centrale Europea.
Potrebbe andare peggio, potrebbe piovere. Eppure all’uscita dell’ultimo vertice di lunedì mattina Giuseppe Conte era parso convinto di aver smussato le resistenze degli altri Capi di Stato: prima il giusto no allo Spitzenkandidat – il candidato guida sulla base dei risultati delle elezioni europee – dato che sono mutate le forze all’interno dello stesso Consiglio d’Europa, poi il suo diktat affinché non si crei nessun asse tra Paesi per creare trait-d’union e spartirsi le principali nomine e poltrone.
Conte non voleva l’asse franco-tedesco, ma è andata malissimo
Tutto è bene quel che finisce bene? Il futuro dell’Italia si valuterà in futuro, ma è certo che il Cambiamento auspicato da Giuseppe Conte – e da tutto il resto della maggioranza italiana – è stato ben lontano dal divenire realtà. Da una parte, infatti, la ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen ha già detto al presidente del Consiglio Europeo uscente, Donald Tusk, di volere al suo fianco il vicepresidente della Commissione UE uscente: l’olandese e tanto temuto (soprattutto per quel che ha rappresentato per l’Italia nel quinquennio con Juncker) Frans Timmermans.
Lagarde e von der Leyen, la francese e la “tedesca” nei ruolo chiave
Dall’altro lato l’Italia perde un pezzo: alla Banca Centrale Europea, al posto di Mario Draghi, infatti, arriverà la francese Christine Lagarde, già presidente (o per meglio dire, direttore esecutivo) del Fondo Monetario Internazionale (ruolo dal quale si è già autosospesa alla notizia della nomina alla guida della Bce). L’asso franco-tedesco, dunque è vivo e vegeto. Anzi, con queste nomine (che ora dovranno passare al voto del nuovo Parlamento Europeo, ma quest è una formalità) si è rinvigorito.
(foto di copertina: Sven Hoppe/dpa + Monika Skolimowska/dpa-Zentralbild/dpa + NSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI)