Buco nero, la foto nella foto: lo stupore di Katie Bouman, che ha sviluppato l’algoritmo dello scatto
11/04/2019 di Redazione
Ha 29 anni e di professione fa il genio. Katie Bouman è il volto umano della scienza, quello che ha permesso – attraverso i suoi calcoli – di arrivare a sviluppare l’algoritmo che ha messo insieme i dati arrivati dall’Event Horizon Telescope. Un volto così umano che ha pensato bene di diffondere la fotografia in anteprima sui suoi social network: un punto di vista diverso del buco nero che tutti, nella giornata di ieri, hanno avuto modo di vedere.
Katie Bouman, il volto umano dietro al buco nero
Katie Bouman ha cambiato immagine del profilo. Quella attuale la ritrae eccitata mentre sullo schermo del suo laptop compare la foto del buco nero, il primo risultato dell’algoritmo che lei, insieme a un team di 200 persone, ha sviluppato. Meno di 30 anni, una millennials a tutti gli effetti, che utilizza la comunicazione tipica dei millennials e che è stata protagonista di una delle più incredibili scoperte scientifiche della storia.
L’immagine del buco nero ha confermato decenni di studi sulla relatività, da Albert Einstein a Stephen Hawking. E ha nuovamente messo in evidenza la questione della centralità delle donne nella scienza.
Computer scientist Katie Bouman and her awesome stack of hard drives for #EHTblackhole image data 😍 — reminds me of Margaret Hamilton and her Apollo Guidance Computer source code. 👩🏽🔬 pic.twitter.com/MgOXiDCAKi
— Flora Graham (@floragraham) 10 aprile 2019
Non solo Katie Bouman, anche un team di cinque italiani
Ovviamnete, Katie Bouman non è stata l’unica a far parte di questo team di persone che ha realizzato una vera e propria impresa, né – attraverso la pubblicazione sui suoi canali social di una fotografia in cui compare il suo volto – si è voluta intestare il successo raggiunto. Tra le duecento persone, ci sono anche 5 italiani: Mariafelicia De Laurentis dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Elisabetta Liuzzo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna e tre ricercatori, cervelli in fuga all’estero. Loro sono Luciano Rezzolla, docente di astrofisica teoretica all’Università Goethe di Francoforte, Roberto Neri dell’Istituto di radioastronomia millimetrica di Grenoble e Ciriaco Goddi dell’Università di Leida.
Foto dal profilo personale di Katie Bouman su Facebook