«Si parla di intelligenza artificiale, senza pensare alla sostenibilità digitale», l’intervista ad Ale Agostini

Il CEO di AvantGrade e fondatore di Karma Metrix ci ha parlato dell'ultimo report sulla consapevolezza degli italiani sui riflessi che il digitale ha sull'ambiente e sull'inquinemento

17/02/2023 di Enzo Boldi

Siamo partiti dal report sulle ricerche che gli italiani fanno su Google su temi legati all’ambiente, per cercare di capire quanta consapevolezza ci sia nel nostro Paese sul futuro e sul futuribile. Perché spesso e volentieri si fa riferimento all’inquinamento provocato dai mezzi di trasporto, dalle fabbriche, dagli allevamenti intensivi. Ma ci sono oggetti (anche virtuali) che utilizziamo ogni giorno e che lasciano una traccia indelebile sul nostro clima e sono tutti racchiusi in quel magico mondo chiamato Internet. Per questo abbiamo deciso di approfondire questo argomento parlando direttamente con Ale Agostini, CEO di AvantGrade e fondatore di Karma Metrix, il progetto nato per portare all’attenzione di tutti (dalle aziende ai singoli cittadini) la misurazione delle emissioni che derivano dalle pagine web.

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Il dato che emerge dalla ricerca di Karma Metrix fa capire immediatamente un aspetto: l’ambiente è un tema che ha colpito la sensibilità degli italiani che, però, restano ancorati a “personaggi-copertina” o brand di fama mondiale. Perché la maggior parte delle ricerche sul motore di ricerca su Google raccontano di come non ci sia piena coscienza di quel che sta accadendo oggi e di quel che accadrà in futuro con gli strumenti digitale e internet: «C’è poca consapevolezza – ha detto Ale Agostini a Giornalettismo -. Questa ricerca conferma che nella testa degli italiani la sostenibilità è Tesla, Greta Thunberg e temi di ampio raggio. Ma certi argomenti, come il digitali, non vengono associati all’inquinamento e al consumo energetico anche se le evidenze ci dicono che la correlazione è reale. Abbiamo avuto nelle ultime settimane l’impennata dell’Intelligenza Artificiale che è energivora tanto quanto i Bitcoin. È un tema importante che richiede molta evangelizzazione».

Karma Metrix, la sostenibilità digitale secondo Ale Agostini

Ed è qui che il presente diventa futuro e futuribile. Perché l’intelligenza artificiale è diventata un oggetto di dibattito pubblico che ha visto – e vede tutt’ora – scendere in campo favorevoli e contrari. Ma in tanti dimenticano un aspetto che non può essere messo in secondo piano e che deve essere affrontato e discusso fin da ora: «Giustamente si vedono le opportunità che l’intelligenza artificiale e le criptovalute possono dare, ma non si va a scavare – ha spiegato Agostini -. Un po’ come quando all’inizio del ‘900 abbiamo introdotto le auto e le abbiamo iniziate a vendere, non ci si è domandato quale fosse il loro impatto sull’ambiente, anche se in quel momento non era un tema così attuale. Ma oggi si sta facendo lo stesso errore, senza domandarsi se alla fine certe attività hanno un senso. Se, per esempio, facendo un’interrogazione a ChatGPT io consumo “x” grammi di CO2, la stessa attività con la ricerca di Google la ottengo con meno emissioni sarebbe una domanda da farsi. Poi, se stiamo pensando di dare questa deroga all’intelligenza artificiale per tutti gli otto miliardi di abitanti del mondo, facciamo il calcolo totale: forse è meglio che torniamo a scuola a studiare piuttosto che chiedere a ChatGPT tutto quello che dobbiamo fare».

L’impronta carbonica

Perché la sostenibilità digitale è fondamentale e chiunque si approccia al mondo del web deve porsi un interrogativo molto caro ad Ale Agostini: «Dobbiamo registrare che da qualche tempo a questa parte si è iniziato ad avere un po’ di consapevolezza. Abbiamo visto che molte aziende hanno iniziato a utilizzare il servizio (qui nella versione demo) fornito da Karma Metrix. Noi vogliamo che quando viene fatto un sito o viene effettuato il re-design ci si faccia una domanda semplice: qual è l’impronta carbonica di questo sito? Una domanda molto semplice che potrebbe farci risparmiare su tutti i nuovi portali, su scala mondiale, una certa quantità di CO2. Con questo algoritmo misuriamo le caratteristiche di una pagina, il suo consumo energetico (sia sui dispositivi che sui server), facciamo una misurazione dell’effettiva sua impronta carbonica a livello di pagina. Sulle app, stiamo studiando la tematica. Le metriche di assorbimento sono più facili da ottenere sul web o da browser. Sulle app ci sono complessità tecniche che alcune volte è difficile conoscere dall’esterno. È un’area molto interessante, ma che al momento è una scatola neraIl nostro metodo di calcolo prevede una trentina di fattori di analisi: alcuni sono relativi alla scelta di cosa utilizzo all’interno delle pagine, al design, al colore delle pagine. I primi software, per esempio, erano tutti a sfondo nero. Google ha messo a disposizione il dark mode non per “moda”, ma perché gli fa risparmiare energia, così come Linkedin».

Spesso, però, si pensa che il consumo energetico di una pagina web derivi solamente dalla parte grafica. Ma non è così: «Oltre al design, c’è quella che io chiamo la “valle del dimenticatoio” nel codice HTML: spesso le aziende si dimenticano moltissimi script messi dal direttore marketing di tre mandati prima che ha deciso di usare tale strumento, lo ha fatto caricare dal reparto IT e quello script – anche se non viene più utilizzato – continua a consumare energia, a registrare lo schermo. Quindi, ci vuole consapevolezza. La Regione Lombardia, per esempio, la settimana prima delle elezioni ha misurato l’impronta carbonica del loro sito con Karma Metrix e ha deciso che per tutti i futuri siti chi lavorerà con la Regione dovrà attenersi a specifiche linee guida che abbiamo fornito loro».

La partecipazione

Il progetto di Karma Metrix, dunque, vuole spingere tutti verso una consapevolezza sulla sostenibilità digitale. Per farlo, però, non basta fermarsi a guardare i risultati metrici di un’analisi. Visto che il digitale è il futuro, infatti, occorre che sempre più persone partecipino a questo percorso per far arrivare questo messaggio il più lontano possibile. Per questo motivo anche Giornalettismo si unisce all’appello che Ale Agostini ha voluto fare ai nostri microfoni: «Noi andremo a sviluppare questo progetto e abbiamo bisogno di persone che sono appassionate di sostenibilità digitale. Sia di persone che vogliono venire a lavorare con noi che di persone che vogliono parlare di questo tema. Vogliamo veramente che questo argomento cresca, perché la sostenibilità digitale deve essere messa al centro visto che ormai siamo sempre con il digitale in mano».

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