Juventus, arrestati 12 capi ultrà per associazione a delinquere e ricatto

È scattata alle prime ore del mattino di lunedì 16 settembre l’operazione “Last Banner”, che ha portato all’arresto di dodici capi ultrà delle tifoserie Juventus: le accuse sono di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

Juventus, arrestati 12 capi ultrà per associazione a delinquere e ricatto

Secondo quanto appurato dalle indagini, sarebbero coinvolte tutte le tifoserie: tra i dodici arrestati figurano infatti capi degli ultrà Viking, Tradizione, Drughi e Nucleo 1985. Tra di loro ci sarebbe stato un accordo per mantenere il “controllo militare” della curva. I dodici arrestati inoltre, secondo quanto appurato dal pm Chiara Maina e il procuratore aggiunto Patrizia Caputo che hanno coordinato le indagini della digos, avevano messo in piedi una associazione a delinquere. I capi infatti sono accusati di aver ricattato esponenti della Juventus al fine di ottenere biglietti agevolati per poter mantenere il controllo della curva dell’Allianz Stadium e poter continuare il bagarinaggio.

L’inchiesta era cominciata lo scorso anno, dopo una denuncia fatta proprio dalla Juventus per ricatto. Ora in manette sono finiti volti noti degli ultrà come Dino Mocciola, capo dei Drughi, già condannato per aver ucciso un carabiniere durante una rapina e considerato un aggancio della ‘ndrangheta in curva, e il suo braccio destro Salvatore Cava, insieme anche al leader dei Tradizione Umberto Toia. Intanto sono in atto ulteriori 39 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e con la collaborazione delle Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella

(Credits immagine di copertina:  ANSA / ANDREA DI MARCO)

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