Juncker: «Non possiamo accettare le deviazioni dell’Italia»

16/10/2018 di Enzo Boldi

Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha definito inaccettabili le deviazioni – per quel che riguarda il prospetto economico-finanziario indicato nella Legge di Bilancio – italiane e che l’UE non può essere troppo flessibile nei confronti della manovra del governo Conte, altrimenti riceverebbe insulti e ingiurie dagli altri Paesi che rispettano i vincoli di bilancio.

LEGGI ANCHE > La resa del M5S sul condono del nero: «Sì, ma abbiamo abbassato il tetto»

«Se accettassimo il derapage italiano, alcuni Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive con l’accusa di essere troppo flessibili con l’Italia», ha spiegato Juncker in un incontro con la stampa audiovisiva italiana, sottolineando che «se accettassimo tutto quello che il governo italiano ci propone, avremo delle controreazioni violente da parte altri paesi della zona euro».

Juncker: «Sarà valutato solo il saldo finale»

Il presidente della Commissione europea ha spiegato di non aver nessun pregiudizio nei confronti del governo italiano e che, nel pomeriggio, sentirà telefonicamente il premier Giuseppe Conte per gli aggiornamenti dopo l’approvazione della Legge di Bilancio da parte del Consiglio dei Ministri. «Non ci interessano le misure nello specifico – ha detto Juncker -, ma quel che conta è solo il saldo finale. Ci aspettiamo che l’Italia rispetti la parola data. Non contate su di me per dire che non bisognerebbe che l’Italia introduca il reddito di cittadinanza di 780 euro. Non è una questione che riguarda la Commissione. Ciò che ci interessa è che l’Italia rispetti gli impegni».

«Salvini e Di Maio alla ricerca di colpevoli e non di soluzioni»

Poi l’attacco ai due vicepremier Salvini e Di Maio. «In Italia, anche altrove ma non ovunque, l’Europa è minacciata dagli slogan di quelli che cercano dei colpevoli e non amano quelli che propongono delle soluzioni – ha spiegato Juncker -. Io e la Commissione siamo incaricati di ricercare delle soluzioni, che piaccia o meno, avendo in mente l’insieme dell’Ue, i 27 e soprattutto i 19 della zona euro».

(foto di copertina: Archivio Ansa)

Share this article