La morte di John Lewis, la sua battaglia per i diritti civili

È sempre stato l’icona dei diritti civili statunitensi, sin da quando – nel 1963 – partecipò alla marcia su Washington insieme a Martino Luther King. John Lewis è morto all’età di 80 anni, in conseguenza di un tumore al pancreas che era stato reso pubblico dal membro della Camera dei rappresentanti lo scorso anno, in diretta televisiva. La notizia è stata data dagli organi di stampa americani nel cuore della notte e adesso sta rimbalzando sui siti di tutto il mondo.

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John Lewis, da Martin Luther King al Black Lives Matter

John Lewis è stato membro della Camera dei rappresentanti per il distretto della Georgia ininterrottamente dal 1987. Rappresentava una pietra miliare della politica statunitense, sia per la sua storia personale, sia per le sue battaglie politiche. Il suo legame con Martin Luther King lo portò a essere tra i primi protagonisti dell’emancipazione degli afroamericani negli Stati Uniti, quando la questione razziale era ancora più violenta di quella che stiamo vivendo negli ultimi mesi.

È in persone come lui, figlio di contadini dell’Alabama, che affondano le radici del movimento del Black Lives Matter. Segregazione, discriminazione e ingiustizia erano gli aspetti che John Lewis aveva sempre combattuto, partendo proprio dal sud degli Stati Uniti, l’area geografica dove il problema del razzismo veniva vissuto in maniera più sentita e dove il livello dello scontro era molto più alto.

Le ultime battaglie di John Lewis

Molto legato alla presidenza di Barack Obama, John Lewis nell’ultimo periodo aveva combattuto duramente contro Donald Trump, sin dal giorno della sua elezione. Il deputato aveva boicottato la cerimonia del suo insediamento e aveva più volte affermato come la democrazia negli Stati Uniti fosse in pericolo, in seguito alle varie vicende giudiziarie (dall’influenza della Russia sulle elezioni, sino ad arrivare alle procedure di impeachment per Trump) che avevano coinvolto l’inquilino della Casa Bianca.

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