Il rimpianto di Renzi per Blair, ma Corbyn ha preso più voti dell’ex premier labour nel 2005

In Italia, ci sono stati diversi modi di interpretare le elezioni in Uk. Ovviamente, l’universo sovranista si è subito affrettato a salire sul carro del vincitore Boris Johnson. Ma le critiche al Labour Party di Jeremy Corbyn sono arrivate anche da «sinistra». Il microcosmo renziano, infatti, ha attaccato pesantemente il socialismo proposto dal leader labourista più a sinistra degli ultimi anni, rimpiangendo la figura moderata di Tony Blair. A partire dal commento del leader di Italia Viva Matteo Renzi: «La sinistra radicale, quella estremista, quella dura e pura è la migliore alleata della destra – ha scritto in un tweet che è stato tradotto anche in inglese -. Continuate pure ad insultare Blair e tenervi Corbyn: alla fine così vince la destra più radicale. E alla fine la Brexit sarà colpa anche di questo Labour.

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Jeremy Corbyn ha ottenuto più voti di Blair nel 2005

Ma è giusto banalizzare in questo modo il dualismo Corbyn-Blair? In realtà, la sconfitta di Jeremy Corbyn è stata figlia di questo particolare momento storico e di tutta una serie di fattori che hanno portato il popolo britannico a preferire il programma di Boris Johnson e la sua via per la Brexit. A penalizzare maggiormente il Labour Party sono stati i nuovi equilibri dell’intero sistema politico britannico, 14 anni dopo l’ultima rielezione di Tony Blair.

Il dato più lampante, quello che salta più all’occhio è rappresentato dai voti assoluti ottenuti da Jeremy Corbyn. Il Labour Party è stato votato da 10.292.054 persone. Quando Tony Blair divenne premier per la terza volta, con il record di seggi per il partito labourista ottenne 9.552.436 voti. Praticamente 750mila in meno di quelli raccolti da Jeremy Corbyn nel 2019.

L’analisi della sconfitta di Jeremy Corbyn

Il sistema maggioritario britannico a turno unico ha tradotto questi voti in seggi nella maniera che conosciamo. Regalando così una larghissima maggioranza a Boris Johnson che gli permetterà di attuare tranquillamente il suo programma, superando anche i dissidi interni al partito conservatore degli ultimi mesi.

Le differenze tra le due elezioni? L’affluenza più alta nel 2019 e il peso specifico diverso del partito Lib-dem. Nel 2005, quest’ultimo ottenne quasi 6 milioni di voti, con il 22% dei consensi. Un bacino praticamente dimezzato in queste elezioni del 12 dicembre 2019, con tre milioni e mezzo di voti e l’11,5% dei consensi.

Jeremy Corbyn, in termini assoluti, si è spinto fin quasi al massimo delle potenzialità del Labour Party. Adesso è sulla graticola per il risultato elettorale e per come questi voti assoluti si sono tradotti in seggi. Ma sarebbe necessaria una riflessione onesta intellettualmente che possa tenere conto delle condizioni generali che hanno portato il partito labourista a questa sconfitta. Figlia di un paradosso: il peggior risultato in termini di seggi è stato ottenuto con un bacino di voti più ampio rispetto a quello che, sempre in termini di seggi, nel 2005 consentì ai labouristi di ottenere il risultato migliore.

(Credit Image: © Steve Taylor/SOPA Images via ZUMA Wire)

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