Italo ‘minaccia’ di fermare i suoi treni
Lo ha detto il Presidente di NTV, Luca Cordero di Montezemolo
23/10/2020 di Enzo Boldi
Italo ferma i treni. È questo l’ultimatum lanciato da Luca Cordero di Montezemolo in polemica con il governo per i fondi promessi e mai arrivati. Il Presidente di NTV (Nuovo Trasporto Viaggiatori) ha sottolineato come i soldi promessi dopo la riduzione della capienza a bordo dei vagoni al 50% per contenere l’emergenza sanitaria, non siano mai arrivati e la sua azienda, nel giro di poco, potrebbe essere ‘costretta’ allo stop per via di una situazione economia insostenibile.
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«Il governo ha disatteso impegni presi, siamo a novembre e non è arrivato nulla. A questo punto se non arrivano i fondi promessi in tempi brevissimi, Italo sarà costretto a fermarsi», ha detto Luca Cordero di Montezemolo in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. Il Presidente di NTV ha sottolinea come questa mossa estrema – legata a fattori economici derivati dall’emergenza Covid-19 in Italia, sarebbe una grande sconfitta per tutto il Paese dato che l’avvento di un’alternativa a Trenitalia (nata nel 2006) ha permesso un abbattimento delle tariffe grazie alla logica della concorrenza.
Italo ferma i treni, la minaccia di Luca Cordero di Montezemolo
Un ultimatum e un invito a mantenere le promesse fatte per quel che riguarda i fondi che, come sottolineato da Montezemolo, non sono ancora arrivati. Italo ferma i treni, dunque, potrebbe essere l’estrema ratio a cui giungere dopo mesi di braccio di ferro sulla capienza a bordo dei vagoni dell’alta velocità. Quel 50% di posti disponibili, infatti, ha inevitabilmente provocato un calo degli introiti per l’azienda.
I fondi promessi e mai arrivati
«I treni ad alta velocità sembrano cliniche: puliti, posti seduti e quindi tracciabili, ricambio d’aria frequente – prosegue Luca Cordero di Montezemolo -. Oggi sui treni ad alta velocità si viaggia al 50%, mentre sul trasporto locale all’80% o al 100%, senza controlli e con pericolosi ammassamenti. Certo, è un problema superato con la situazione di oggi, ma è stata una decisione demagogica, con un Cts che si è piegato, suo malgrado, a logiche politiche. È stato penalizzato chi è più sicuro e si è finanziato chi è meno sicuro».