Italia e Alabama non sono poi così diversi: il video che spiega il “modello italiano” sull’aborto

La legge anti-aborto in discussione in Alabama ha portato per le strade migliaia di donne e uomini decisi a difendere il diritto di scelta sull’interruzione volontaria di gravidanza. Un appello raccolto anche da case di produzione come Disney e Netflix, che hanno minacciato di non lavorare più negli stati laddove passassero le leggi restrittive sull’aborto. In Italia, l’interruzione volontaria di gravidanza è garantita dalla legge 194, tornata anche nel nostro territorio alla ribalta dopo il Congresso delle Famiglie a Verona e la proposta di legge del senatore Simone Pillon. In difesa del diritto garantito dalla nostra Costituzione si sono espressi politici, intellettuali e molti attivisti, tra cui quelli di ItalianAlabama, che con un video provocatorio dimostrano che anche da noi esiste una piccola Alabama, e si chiama Molise.

ItalianAlabama

A lanciare la nuova e potentissima campagna sono Rebel Network, Laiga e One Billion Rising. Nel video pubblicato sul sito Italian Alabama e sui canali social collegati, vediamo un attore interpretare la figura di un politico italiano. Si rivolge proprio all’Alabama e alla governatrice Ivey , spiegando che per abolire il diritto all’aborto si può seguire l’esempio italiano: «Siamo riusciti ad abolire un diritto senza abolirlo» dice. Nella homepage del sito della petizione si legge che «in America c’è la possibilità che un diritto fondamentale venga abolito. In Italia è già una certezza». «A causa dell’alto numero di medici obiettori, molte donne in Italia non possono scegliere di abortire – continua – nonostante esista una legge che dovrebbe garantire questa libertà».

La ricetta perfetta del modello italiano da suggerire all’Alabama

Il modello “italiano” è spiegato nel video: «Se davvero volete abolire un diritto, ecco cosa dovete fare». «Prima di tutto dovete far pensare alle persone che abbiano libertà di scelta» ed ecco quindi scorrere le immagini delle manifestazioni che hanno portato al referendum del 1978. L’approvazione di una legge progressista, ma «siamo stati abbastanza intelligenti da inserire una clausola speciale: abbiamo dato la possibilità ai medici e allo staff medico di dichiararsi obiettori di coscienza contro l’aborto». Secondo passo: «Rendere praticamente impossibile ai dottori non obiettori di fare carriera» e terzo, «chiedere un piccolo aiuto» agli uomini di Chiesa, che sono «così convincenti in quello che fanno» che molte persone «non sanno nemmeno che l’Italia è uno stato laico».

Anche l’Italia ha la sua Alabama e si chiama Molise

Il risultato della magica ricetta è che «i medici obiettori sono oltre l’80% e il numero è in continua crescita» «Questo è geniale! Sopratutto se considerate che solo il 26% degli italiani è contro l’aborto». Così facendo, l’Italia ha creato la propria Alabama. «Il nostro orgoglio si chiama Molise» dove è rimasto un solo medico non obiettore. «E come è possibile garantire un servizio quando solo l’1% del personale medico non è obiettore? Beh, non è possibile».

E come se non bastasse, nel video viene ricordato che spesso le donne non riescono a completare l’iter di richiesta per interrompere la gravidanza per via della burocrazia macchinosa e sopratutto lenta, che porta allo scadere del termine dei 90 giorni in men che non si dica. «Così, senza che nessuno se ne sia accorto siamo riusciti ad abolire un diritto senza abolire un diritto».

(credits immagine di copertina: Fermo immagine video ItalianAlabama) 

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