Italia: un Paese digitalmente arretrato che vuole essere leader nell’AI

Le parole del Sottosegretario con delega all'Innovazione Tecnologica sul 2024, anno in cui la presidenza del G7 sarà italiana

30/10/2023 di Redazione Giornalettismo

Prima di iniziare, occorre una piccola premessa. Non è l’Italia ad aver scelto di essere alla guida del G7 dove al centro ci saranno tutti i temi legati allo sviluppo dell’AI. Un po’ come il Padre Maronno (storico personaggio di Maccio Capatonda) a cui “appiopparono” la santità, il nostro Paese si è trovato “casualmente” (secondo la turnazione) a presiedere il 2024. Quindi, si tratta di una mera congiuntura temporale. Perché, guardando da fuori l’Italia, sembra proprio che il nostro Paese non abbia il physique du rôle della guida su temi che riguardano lo sviluppo digitale e tecnologico.

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E, invece, il calendario ha voluto che il 2024 fosse l’anno dell’Italia. L’anno in cui l’attenzione sarà concentrata principalmente (ma non unicamente) sull’intelligenza artificiale, tra rischi e benefici. Nonostante una connettività sotto i livelli dei piani europei, nonostante una Pubblica Amministrazione che ancora non ha ultimato (e sta procedendo a rilento) la sua transizione tecnologica. Eppure, toccherà alle nostre istituzioni guidare questo passaggio fondamentale per coinvolgere tutti i principali attori internazionali nella stesura di una strategia comune che non andrà a toccare solamente i prodotti (per quello c’è, per esempio in Europa, l’imminente AI Act), ma le aziende che sviluppano questi sistemi.

Italia guida G7 su AI, nonostante l’arretratezza digitale

Un impegno molto importante, con molti protagonisti del governo Meloni che nelle ultime settimane si sono espresse proprio su questo tema. Una sorta di preambolo al prossimo anno, con tanto du Comitati e task force ad hoc che devono correre e rincorrere gli eventi per consegnare all’esecutivo i propri studi e le proprie analisi. Di corsa, ma con l’obiettivo comune di realizzare dei piani di azione per mitigare i rischi dell’intelligenza artificiale, senza bloccare il progresso e l’evoluzione tecnologica. Non è un caso che, infatti, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video-messaggio trasmesso nel corso del “ComoLake2023 – Next Generation Innovations” di Cernobbio abbia usato una metafora molto forte per parlare della trasformazione digitale:

«Uno tsunami tecnologico che dobbiamo saper affrontare». 

Al netto della complessità di questa dichiarazione, occorre sottolineare come l’Italia si trovi da anni nelle condizioni di essere costretta a inseguire il corso degli eventi digitali. Ma questa arretratezza, secondo il sottosegretario con delega all’Innovazione digitale Alessio Butti, potrebbe trasformarsi in un punto di forza durante il 2024, anno in cui l’Italia guida G7 su AI. In una lettera inviata qualche settimana fa a Milano Finanza, infatti, ha spiegato:

«Abbiamo, come governo, lanciato la sfida per colmare un grande vuoto di visione, di consapevolezza e di crescita del sistema Paese. Siamo ancora agli inizi, ma ci sono le condizioni per avviare con tutti gli stakeholder, pubblici e privati, una grande fase di aggregazione di idee sulle strategie digitali dell’Italia, a partire da quanto il nostro governo ha iniziato a fare nei mesi passati, e su come il nostro Paese possa recuperare molti dei ritardi accumulati in questi anni». 

Dunque, l’arma – secondo Butti – sarà «trasformare elementi di arretratezza in opportunità di rilancio». Un’idea affascinante che, però, rischia di scontrarsi con la realtà dei fatti. Soprattutto vista la rapida evoluzione e diffusione di strumenti di AI.

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