«In Italia c’è una cultura primitiva della donna», parla la studentessa americana stuprata a Firenze da due carabinieri

13/10/2018 di Redazione

Dopo la condanna a 4 anni e 8 mesi per il carabiniere Marco Camuffo, uno dei autori dello stupro di Firenze ai danni di due studentesse americane, una di loro (ora residente a New York) ha rilasciato un primo commento: “E’ una piccola vittoria. Essere creduta è un modo di rinascere. Quando l’avvocato Paterno me l’ha detto, ero a Times Square. Mi sono messa a piangere. Ho cominciato a camminare come una pazza fino a quando non mi sono fermata. Mi ero persa…“.

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La studentessa americana, inoltre, ha parlato dello stato delle donne in Italia, ancora a un livello primitivo: “La verità è che in Italia c’è una cultura primitiva sulle donne, manca consapevolezza su questo tipo di violenze“.

La ragazza ha dichiarato a Repubblica di non aver raccontato la sua storia quasi a nessuno e di provare profonda rabbia per come è stata trattata durante l’indagine: “Sono stata trattata senza dignità. Sono rimasta venti ore senza mangiare, dormire, senza cellulare, senza potermi fare una doccia o cambiare la maglietta. Alle 3 è successo tutto, ma ho parlato con mio fratello sollo alle 11.45 della sera dopo. Orribile. Quella notte sono dovuta andare in tre ospedali diversi e a tutti raccontare sempre la stessa storia. Negli Stati Uniti non sarebbe successo, qui fai un solo “step” poi ti lasciano libera di andare a piangere nel tuo letto“.

Inoltre la studentessa ha ricordato che la vicenda dello stupro di Firenze non finisce con questa prima condanna ma c’è ancora un procedimento in corso nei confronti di Pietro Costa, il quale ha rinunciato al rito abbreviato, accusato di avere stuprato la seconda ragazza: “Per questo non posso dire di essere felice, non potrò mai esserlo. Ma considererò finita la storia solo quando sarà condannato anche l’altro carabiniere“.

(Foto credits: Ansa)

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