Sallusti contro i sostenitori dell’Italexit: «La volete? Allora preparatevi a lavorare»
21/02/2020 di Enzo Boldi
Quel che sta accadendo nel Regno Unito, con i primi effetti della Brexit che hanno risvegliato le coscienze, dovrebbe far riflettere tutti quei sostenitori della cosiddetta Italexit. Negli ultimi giorni, nel nostro Paese, si è tornati a parlare della possibilità di uscita dell’Italia dall’Unione Europea. A rilanciare il tormentone è stato Matteo Salvini che ha parlato di nostri connazionali – citando un pescatore di Bagnara – che gli hanno chiesto di fare come i britannici per liberarsi dalla morsa europea. E, prima del classico passo indietro, il segretario della Lega sembrava appoggiare questa idea. Una questione che vede anche il parere contrario di Alessandro Sallusti.
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Il direttore de Il Giornale prende spunto proprio dalle decisioni – che saranno ufficiali dal 1° gennaio 2021 – annunciate dal ministro dell’Interno britannico nei giorni scorsi: sarà rilasciato il visto solamente a chi parla fluentemente inglese e chi ha la certificazione di un lavoro qualificato. Due paletti che mettono a rischio non solo le partenze di chi aveva programmato uno spezzone di vita a Londra e dintorni, ma anche la permanenza di chi già vive lì.
Sallusti contro i sostenitori dell’Italexit
L’esempio citato da Sallusti è quello dei famosi lavapiatti, i dishwasher. Si tratta di un lavoretto che molti italiani svolgono durante il loro periodo di permanenza in Gran Bretagna per mantenersi. Ora, quello che è un mestiere-simbolo, diventa la chiave di volta utilizzata dal direttore de Il Giornale per lanciare un appello ai sostenitori dell’Italexit: «Tutti quei giovani e non solo che invocano l’Italexit almeno si preparino a lavorare, perché un Paese senza ‘lavoratori non qualificati’ non può stare in piedi a lungo. Decidano loro se lo scambio è conveniente».
I lavori meno qualificati
Con i suoi classici toni (citando anche il reddito di cittadinanza), Sallusti redarguisce chi chiede di fare come il Regno Unito con la Brexit, sottolineando come l’eventuale uscita dell’Italia dall’Unione Europea comporterebbe anche un enorme cambiamento che non è conveniente: «Fare capire ai nostri ragazzi, e ai loro genitori, che fare l’ingegnere è meglio che il muratore, il medico che il badante, ma che se uno per qualsiasi motivo non raggiunge l’obiettivo non è che può farsi mantenere a vita dallo Stato o dalla famiglia e quindi gli tocca servire a tavola o imboccare gli anziani in attesa di tempi migliori».
(foto di copertina: da Di Martedì, La7)