Cosa è successo prima della “migrazione” da Sanpaolo a Isybank
Dalle polemiche social, alle proteste. Passando per l'intervento in Parlamento, quello di Bankitalia e la decisione dell'Antitrust
29/02/2024 di Enzo Boldi
Non sono mancate le polemiche, l’intervento anche della politica (o di parte di essa) e – infine – il provvedimento cautelare da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM). Un autunno di fuoco per quel che riguarda Intesa Sanpaolo e Isybank. Mesi in cui sui social è scoppiata la protesta per quella che è stata definita una “migrazione forzata” per un altissimo numero di correntisti e su cui l’Antitrust ha acceso un faro relativo sul mancato rispetto del “Codice del Consumo”, parlando di mancata possibilità data ai correntisti di esprimere un consenso esplicito su questo passaggio.
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In realtà, tutto è iniziato nel mese di luglio, quando i correntisti Intesa Sanpaolo – non tutti, ma solo quelli individuati e inseriti all’interno della categoria “prevalentemente digitali” in base all’utilizzo di strumenti tech al posto di quelli “fisici” – ricevettero la comunicazione di questo passaggio attraverso una notifica in app. Alcuni di loro hanno sostenuto di non aver mai ricevuto questa comunicazione, altri si sono resi conto del reale cambiamento solamente quando la polemica scoppiò sui social (in particolare su Reddit e X).
Isybank, le polemiche e l’intervento della politica
Perché di grande cambiamento si tratta. Isybank, infatti, non ha filiali fisiche e funziona esclusivamente attraverso l’app. Dunque, un concetto molto più moderno e digitale di banca, seguendo una tendenza che si è già palesata nel corso degli ultimi anni, con molti istituti di credito che hanno tirato giù le serrande delle filiali sparse nelle varie città, visto l’ampio utilizzo di strumenti digitali. Dunque, una sorta di evoluzione darwiniana per i correntisti. E su questa vicenda scese in campo anche la politica, guidata dal partito dell’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
«Il trasferimento dei conti correnti dei clienti da Intesa San Paolo alla banca digitale Isybank, che fa capo allo stesso gruppo ma è pensata esclusivamente per app, è stata un’operazione portata a termine senza rispettare gli obblighi di trasparenza e completezza delle comunicazioni che la banca avrebbe dovuto avere nei confronti dei correntisti – aveva dichiarato la deputata di Fratelli d’Italia Letizia Giorgianni nel corso dell’interrogazione parlamentare sul caso – . La risposta tempestiva fornita oggi dal Mef (ovvero il fatto che il ministero non fosse stato informato della migrazione) alla mia interrogazione sul tema ha fugato ogni dubbio in merito. La richiesta di riaprire i termini per permettere ai clienti di non essere trasferiti è sacrosanta. Da chi gestisce i nostri risparmi dobbiamo esigere lealtà e trasparenza».
Perché lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), aveva detto di non aver ricevuto da Intesa Sanpaolo alcuna comunicazione in merito. E sulla vicenda c’è stato anche l’intervento della Banca d’Italia che aveva sostenuto di aver ricevuto moltissimi reclami in merito a questa operazione.
Il giudizio dell’Antitrust
Poi c’è stato l’intervento dell’AGCM che prima aveva aperto un’istruttoria e poi aveva preso un provvedimento cautelare che, di fatto, ha bloccato le operazioni, imponendo a Intesa Sanpaolo (e, di conseguenza, a Isybank) di cambiare il paradigma comunicativo e lasciare ai clienti la possibilità di decidere autonomamente (attraverso il consenso esplicito) se procedere con questa migrazione).
«L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha adottato un provvedimento cautelare nei confronti di Intesa Sanpaolo e di Isybank per impedire il passaggio alla banca digitale dei correntisti che non forniscano il proprio consenso espresso. Questa operazione al momento ha riguardato circa 300 mila clienti su un totale di 2,4 milioni che Intesa Sanpaolo intenderebbe trasferire a Isybank. Sono stati oltre 5.000 i consumatori (di cui più di 3.000 dopo l’avvio dell’istruttoria) che hanno chiesto l’intervento dell’Autorità».
La correzione è arrivata e proprio oggi è il giorno della scadenza. I correntisti indicati come “prevalentemente digitali” potranno dare il loro consenso a questa operazione.