Brusaferro, presidente dell’Iss, ha parlato della questione del coronavirus che circola nell’aria

Il trend dei contagiati da coronavirus è in calo, lo conferma il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. Dall’Iss arrivano notizie positive rispetto al calo della diffusione del virus, accompagnare però da alcune doverose precisazioni. «Viene confermato anche il trend italiano con alcune zone a più alta circolazione, a circolazione intermedia e a circolazione ancora abbastanza limitata, ma il messaggio è che non c’è nessuna zona in cui il virus non circoli». Rispondendo alle domande, poi, il presidente dell’Iss ha anche chiarito il suo parere in merito alla nuova ricerca che evidenzierebbe la permanenza del coronavirus nell’aria per tre ore.

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Attenzione alta sull’intensita e la frequenza di circolazione del coronavirus

Durante la conferenza stampa di oggi Brusaferro ha precisato che, anche considerato il fatto che in alcune zone il virus ha circolazione abbastanza limitata, non esiste zona in cui non circoli. Non rispettare le regole di isolamento significherebbe favorire il propagarsi del contagio. Ripeterlo una volta in più non fa male, a quanto pare, e il presidente ha aggiunto come «il problema è dunque l’intensità e la frequenza di circolazione del virus, che è elemento caratterizzante e che ci deve far presente come si debba mantenere elevata la soglia di attenzione e anche le raccomandazioni adottate».

62 anni l’età media dei contagiati, 30% di morti fra le donne

Diventano sempre più chiari i dati relativamente a coloro che vengono maggiormente colpiti e alla fascia di popolazione che rischia maggiormente di morire. «Il trend dell’età media pari a 62 anni dei casi, del 30% di morti fra le donne, anche se con età media più elevata, e della comorbidità come condizione spesso rilevata fra i deceduti di entrambi i sessi». Il virus colpisce maggiormente le persone che hanno più di 60 anni, si rivela fatale in maggior misura per gli uomini e avere patologie pregresse complica la situazione per ambedue i sessi.

Brusaferro sul virus che circola nell’aria

Dopo la diffusione dei dati della ricerca che rivelerebbe come il virus sopravviva nell’aria fino a tre ore, il presidente dell’Iss non ha mancato di parlare anche di questo dopo una domanda in merito alla questione. «In questo momento non abbiamo evidenze per dire che il virus circola nell’aria», ha chiarito subito, specificando che i dati ottenuti a livello epidemiologico internazionale «dicono che le principali vie di trasmissione del virus largamente responsabili della sua trasmissione sono quelle per ‘droplet’ (goccioline) e quelle per contatto». Sulla ricerca afferma che «il contagio per via aerogena era stato ipotizzato e dimostrato in alcuni contesti particolari e in presenza di alcune procedure soprattutto in ambito sanitario. Dai dati della letteratura scientifica finora sappiamo dunque che queste due sono le principali modalità di trasmissione, poi valuteremo man mano che arriveranno nuovi dati».

(Immagine copertina dal video della conferenza stampa)

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