Iniziata l’operazione «Martire Soleimani»: Iran attacca le basi americane in Iraq

L’Iran è passato al contrattacco: intorno alle ore 1 .20 locali, da Teheran sono partiti circa 15 razzi, che hanno colpito le basi americane in Iraq. Solamente quattro di questi vettori non hanno centrato il bersaglio, e il bilancio provvisorio delle vittime parla di circa 80 morti. Risulterebbero illesi gli italiani stanziati ad Erbil.

L’attacco dell’Iran alle basi americane in Iraq

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È cominciata l’operazione «Martire Soleimani» il cui codice di attacco è «O Zahra», ovvero un riferimento alla figlia di Maometto. Una offensiva lanciata per vendicare l’uccisione del generale Qassem Soleiman, iniziata proprio all’1.20 locali, ora in cui era stato ucciso il generale.

Il sito iraniano Tasnim News riporta che «i coraggiosi soldati dell’unità aerospaziale dei Pasdaran hanno lanciato un attacco di successo con decine di missili balistici sulla base militare di Ain Al Assad, nel nome del martire Generale Soleimani».

Secondo quanto dichiarato dal Pentagono, l’attacco si è sviluppato con un primo raid di sei vettori (anche se il comando iracheno ha parlato di sette) che avrebbero centrato gli obbiettivi: sempre secondo il Pentagono l’attacco era stato però previsto, e il personale era stato avvertito e messo in sicurezza. Dopo circa mezz’ora dal primo raid ne è partito un secondo, che avrebbe preso di mira anche la base americana ad Erbil.

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La Cnn ha riportato che ci sarebbero circa 80 vittime, molte di nazionalità irachena, e che immediatamente dopo il raid sono stati segnalati caccia Usa in volo nel cielo iracheno e siriano.

Il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif ha dichiarato, dopo l’attacco, che il Paese «non vuole una escalation» aggiungendo poi che «ci difenderemo contro ogni aggressione». Con questo raid rivolto alle basi in Iraq, «l’Iran ha intrapreso e concluso proporzionate misure di autodifesa» contro l’attacco «codardo contro nostri cittadini e funzionari di livello è stato lanciato» ha aggiunto Zarif.

Donald Trump: «Tutto bene, abbiamo i soldati migliori del mondo»

La reazione di Donald Trump all’attacco iraniano alle basi americane in Iraq è arrivata via Twitter: «Va tutto bene!» scrive il presidente USA confermando i «Missili lanciati dall’Iran a due basi militari in Iraq». «Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore. Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo!»  ha continuato il tycoon nel suo post su Twitter dove promette che rilascerà una dichiarazione «in mattinata».

Se gli Usa reagiranno, la risposta sarà «ancora più dolorosa e distruttiva»

Di tono ben meno positivo invece è la rivendicazione dell’attacco da parte delle guardie della Rivoluzione islamica, o Pasdaran. «Avvertiamo il Grande Satana che qualsiasi provocazione o aggressione conseguente a questo attacco avrà una reazione ancora più dolorosa e distruttiva» riporta la dichiarazione ufficiale dove vengono anche avvertiti «tutti i Paesi alleati degli Stati Uniti che se verranno lanciati attacchi contro l’Iran dalle basi collocate nei loro Paesi, anche loro saranno ritenuti un obiettivo di rappresaglie». «Riconosciamo Israele come complice dei crimini americani e quindi lo riteniamo un target militare – continua la dichiarazione – Invitiamo il popolo americano a richiamare i soldati per evitare maggiori perdite di vite umane». Secondo alcune indiscrezioni dei media, sul canale Telegram ufficiale dei Pasdaran si parlerebbe di una terza offensiva rivolta contro Haifa in Israele e Dubai negli Emirati Arabi se il territorio iraniano venisse bombardato.

(credits immagine di copertina: fermo immagine video twitter Haider Ali@HaiderA20400649)

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