Sono morte almeno 35 persone in Iran nel corso dei funerali di Soleimani

07/01/2020 di Redazione

Per comprendere il legame che unisce il popolo iraniano al generale Qassem Soleimani, basta comprendere quello che è successo nel corso della cerimonia di sepoltura che si sarebbe dovuta svolgere oggi a Kerman. Nella città natale del generale delle brigate Qods, il braccio armato della rivoluzione sciita iraniana che Soleimani guidava con successo, si sono raccolte migliaia di persone, replicando in qualche modo la grande manifestazione della cerimonia funebre che si è svolta a Teheran.

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Funerali Soleimani, 35 persone morte nel corso delle manifestazioni

Proprio in virtù della calca che si è creata in uno spazio molto ridotto, ci sono stati dei disordini che hanno provocato la morte di almeno 35 persone. Queste ultime sono state intrappolate nella folla, sono state colpite da malori, hanno subito la forza della folla che, in una reazione incontrollata, cercava di uscire da quella che si è dimostrata essere una vera e propria trappola.

Per questo motivo, la cerimonia della sepoltura nel luogo degli affetti del generale Qassem Soleimani è stata rinviata. Oltre ai morti, si registrano anche circa 50 feriti, sempre per le stesse motivazioni. Resta alta la tensione tra il Paese sciita e gli Stati Uniti. Nella giornata di ieri Donald Trump aveva addirittura minacciato di colpire dei siti culturali iraniani. Una situazione che avrebbe configurato un vero e proprio crimine contro l’umanità, sanzionato pesantemente dalla Convenzione dell’Aia per la protezione dei siti culturali, del 1954.

Oggi, le massime autorità militari statunitensi hanno smentito queste parole che Donald Trump aveva reso pubbliche attraverso i suoi canali social. Dal segretario di Stato Mike Pompeo al segretario alla Difesa Mark Esper, sono diverse le forze dell’amministrazione americana che hanno provato a gettare acqua sul fuoco dopo le dichiarazioni di Donald Trump.

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