Perché ora si parla dell’ipotesi di un “governo ponte”

Il giorno “X” è arrivato. Oggi pomeriggio alle 15 Giuseppe Conte terrà il suo discorso in senato, che si preannuncia essere un vero e proprio “J’Accuse” a Matteo Salvini, che che ha rotto l’alleanza prima di ferragosto con il movimento 5 stelle. cOnte l’aveva detto, «sarà la crisi più trasparente», e sullo sfondo della trasparenza cominciano a profilarsi le ipotesi del “dopo”. Tra cui quella di un governo ponte.

Perché ora si parla dell’ipotesi di un “governo ponte”

Un governo ponte che in sostanza è un governo di transizione, e che potrebbe vedere alla sua guida proprio Giuseppe Conte. Un “bis” che permetterebbe di cementare la nuova alleanza del Movimento 5 stelle con la sinistra, perché sull’accordo con il Partito Democratico c’è già chi dice che non sia vero. È difficile in effetti immaginare che Luigi Di Maio lavori gomito a gomito con il Partito Democratico visti i trascorsi con Matteo Renzi. E sembra infatti che l’assenza di Renzi sia un presupposto imprescindibile per il leader pentastellato. Ma nulla è ancora scirtto, tanto che c’è anche chi preferirebbe mantenere un accordo con la Lega silurando solo Matteo Salvini, cosa alquanto improbabile. Ma ora come ora tutto è possibile, sempre con lo spettro delle nuove elezioni. Ecco perché l’ipotesi del governo ponte sembra essere papabile: né definitivo, né tecnico. Un modo per adattarsi alla rottura di una maggioranza e alla formazione di una nuova. In questo modo si porterebbero avanti quelli che sono ancora lavori in corso, come realizzazione o meno della flat tax, blocco dell’aumento dell’Iva e legge di bilancio, per non mancare l’appunto economico di autunno.

Giuseppe Conte sembra comunque intenzionato a uscire di scena, anche se forse solo per un momento, nella maniera più dignitosa possibile. E la palla infuocata passerà nelle mani di Sergio Mattarella, che sicuramente non avrà la pazienza avuta fino ad ora e cercherà di portare e sciogliere i nodi al pettine una volta per tutte. Luigi Di Maio difficilmente potrà sperare di ripetere la tecnica del doppio forno delle scorse elezioni. E sempre un anno e mezzo fa sempre Di Maio aveva proposto un “patto alla tedesca” che viene ora rilanciato da Graziano Del RIo.

(Credits immagine di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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