La prima guerra social d’Europa, ma sono ancora tante le prime informazioni contraddittorie che si diffondono online

L'attacco della Russia all'Ucraina nella giornata di oggi, 24 febbraio: nonostante il vasto campionamento dei media è impossibile sconfiggere le prime notizie non confermate

24/02/2022 di Gianmichele Laino

Il giorno in cui la guerrà spalancò la porta dell’Europa è arrivato il 24 febbraio, con la dichiarazione di Vladimir Putin e il contemporaneo inizio dei bombardamenti in diverse città dell’Ucraina. Sin dal secondo zero di questa guerra che ha turbato l’equilibrio di pace che aveva attraversato il Vecchio Continente dopo la seconda guerra mondiale, sui social network si sono diffuse immagini e video di situazioni di conflitto. Le sirene di Kiev, emblema di questi primi minuti dell’invasione russa, ma anche le colonne di fumo all’orizzonte di Charkiv, fino ad arrivare alle esplosioni nel Donbass: sono tutte immagini che abbiamo visto nelle nostre timeline di Twitter immediatamente dopo il loro svolgimento. È la prima guerra social in Europa, quella che viene trasmessa in diretta non da chi la racconta, ma da chi la fa.

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Invasione Ucraina, la prima guerra social in Europa (e i suoi risvolti)

Ci sono account come The Insider, ad esempio, che stanno trasmettendo a ciclo continuo le immagini da diverse zone dell’Ucraina. Ci sono gli account degli inviati di guerra dei media di mezzo mondo che stanno documentando quanto accade in tempo reale. Eppure, in una guerra che si mostra nella sua crudezza a tutto il mondo resta comunque alto il rischio delle informazioni non controllate che si diffondono anche su quotidiani e network di indubbia fama.

Le notizie non confermate sull’invasione dell’Ucraina

È ancora da verificare, ad esempio, la notizia data dalla Cnn di «centinaia di vittime» derivanti dal primo conflitto a fuoco. Si rincorrono voci sulla presenza di attacchi anche attraverso le truppe di terra (che – tuttavia – non possono ancora essere confermati, dato anche l’alto tasso di rischio che una operazione del genere comporterebbe anche per una tattica spregiudicata come quella adottata da Putin), c’è il fuoco incrociato delle comunicazioni tra istituzioni russe e istituzioni ucraine sulle risposte dei rispettivi eserciti. Ad esempio, l’Ucraina aveva fatto sapere di aver abbattuto cinque velivoli militari russi: notizia immediatamente smentita da Mosca. La propaganda è il nemico peggiore della corretta informazione nel corso di un conflitto. Sappiamo come la narrazione dell’invasione della Russia all’Ucraina sia stata costruita artatamente da Putin: sappiamo che, per giustificarla, non ha esitato a modificare la storia dei due Paesi, negando la specificità di una nazione come l’Ucraina e sostenendo di voler liberare il Paese dal nazismo. Sono informazioni che nemmeno mille telecamere puntate e mille account social potranno mai mettere a freno.

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