Le critiche di Internet Archive alla sentenza d’appello

Il riferimento al "fair use" utilizzando anche nel ricorso non ha prodotto i suoi frutti. Ma la battaglia legale tra l'azienda e le case editrici prosegue

10/10/2024 di Redazione Giornalettismo

Questa è la vicenda giudiziaria tra le più importanti di quelle attualmente in atto. Perché si parla di quei riflessi del passato – relativamente non solamente all’ecosistema internet, ma anche alla letteratura, alla musica e alle altre arti – applicati al presente e al futuro. Dopo la bocciatura del ricorso in appello presentato da Internet Archive dopo la sentenza di primo grado, la questione del “fair use” nell’era del digitale assume dei contorni sempre più importanti e fondamentali per il diritto d’autore ai tempi del web.

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Come abbiamo spiegato nel nostro precedente approfondimento, la biblioteca digitale ha perso anche in appello nella causa intentata dalle grandi case editrici, guidate da Hachette. Anche per il secondo giudice, dunque, il comportamento e l’impianto su cui si basa la piattaforma viola le leggi sul copyright. Niente “fair use” applicato al comportamento della piattaforma. Dunque, una sconfitta che sta diventando sempre più vicina e che potrebbe portare alla cancellazione di uno dei siti online che hanno fatto la storia della rete. Fin dalla sua nascita datata 1996, quando Internet era un ecosistema molto diverso da quel che utilizziamo oggi.

Internet Archive, la reazione dopo aver perso l’appello

Siamo al canto del cigno? L’azienda, nata da un’idea di Brewster Kahle, non demorde e annuncia che la battaglia legale è destinata a proseguire.

«Siamo delusi dall’opinione dei giudici sul prestito digitale di libri disponibili elettronicamente altrove da parte di Internet Archive – ha dichiarato in un brevissimo comunicato Chris Freeland, direttore dei servizi bibliotecari -. Stiamo esaminando l’opinione della corte e continueremo a difendere i diritti delle biblioteche di possedere, prestare e conservare libri».

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