L’intercettazione sul caso Siri c’è ed è nelle carte della Procura

26/04/2019 di Enzo Boldi

L’intercettazione fantasma non è poi così fantasma. Nei giorni scorsi era stata diffusa la notizia, con tanto di accuse rivolte da altri quotidiani – come La Verità – a La Repubblica e al Corriere della Sera, dell’inesistenza del file audio che incastrerebbe Armando Siri per i suoi contatti con l’imprenditore siciliano – indagato anche per alcuni suoi contatti con la mafia – Paolo Arata e di una cifra di 30mila euro versata sul conto del sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le carte della Procura, a differenza di quanto sostenuto dagli arcigni difensori, in realtà si basano proprio su quella intercettazione e nelle carte delle indagini si fanno nomi e cognomi ben definiti.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, l’intercettazione finita nelle carte della Procura – che ora sta indagando su Armando Siri – risalirebbe al settembre dello scorso anno e nel fascicolo degli inquirenti sarebbe stata trascritta nelle carte. La Procura fa sapere che quelle parole – tra l’ex parlamentare Paolo Arata e il figlio imprenditore Francesco «hanno un’interpretazione univoca. La stessa che è a fondamento del reato contestato all’indagato e al provvedimento di perquisizione di giovedì della scorsa settimana».

L’intercettazione Siri esiste ed è alla base del quadro accusatorio

In sintesi, quel file audio non solo esiste, ma è anche alla base di tutto l’impianto accusatorio che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati il sottosegretario Armando Siri. «La conversazione intercettata – spiegano fonti della Procura riportate da Repubblica – non consente di stabilire se i 30mila euro siano stati effettivamente pagati o, al contrario, soltanto promessi. Ma questo, sotto il profilo della contestazione del reato, non cambia le cose». Infatti, il reato di corruzione viene contestato lo stesso ai danni del sottosegretario. E anche il Corriere della Sera pubblica le carte dell’indagine in cui si fa riferimento a tutto ciò.

I 30mila euro da Paolo Arata

Come riporta il Corriere della Sera, «Siri è indagato in qualità di pubblico ufficiale, per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, asservendoli a interessi privati – tra l’altro proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti per materia – l’inserimento in provvedimenti normativi di competenza governativa di rango regolamentare e di iniziativa governativa di rango legislativo, ovvero proponendo emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto ‘minieolico’ – riceveva indebitamente la promessa e/o la dazione di 30.000 € da parte di Paolo Franco Arata amministratore della Etnea srl, della Alqantara Srl, dominus della Solcara srl (amministrata dal figlio Francesco Arata) e dalla Solgesta srl (amministrata dalla moglie Alessandra Rollino) imprenditore che da tali provvedimenti avrebbe tratto benefici di carattere economico».

 

(foto di copertina:  ANSA/GIUSEPPE LAMI + immagine da Corriere della Sera)

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