Lo strano caso della Gran Bretagna che si affida al cloud di Amazon per la sua intelligence

L'accordo porterà all'archiviazione dei dati di Gchq, MI6 e MI5 sui server del colosso americano. E nel Regno Unito già si parla di sovranità violata

27/10/2021 di Enzo Boldi

Sono tutti sovranisti, col cloud degli altri. Sta facendo molto discutere in Gran Bretagna (e non solo) la decisione di affidare la conservazione dei dati di alcune agenzie di intelligence ai server di Amazon. Secondo quanto riportato dal Financial Times, infatti, sarebbe stato siglato un accordo (per un valore che varia tra i 500 milioni e il miliardo di sterline per il prossimo decennio) che consentirà alle agenzie degli 007 britannici di appoggiarsi al cloud di AWS (Amazon Web Services) per l’archiviazione di alcuni dati. L’intelligence GB, dunque, utilizzerà un sistema esterno (a livello nazionale) per gestire moltissimi dati, anche molto sensibili per la sicurezza nazionale.

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Secondo quanto riportato dal Financial Times, l’accordo ha un valore inestimabile (sia a livello economico che a livello di sicurezza): « L’accordo con Aws prevede che i dati classificati dell’intelligence vengano gestiti dai data center della divisione di cloud computing di Amazon, in maniera ottimale per sfruttare “l’uso della data analytics e dell’intelligenza artificiale” per poter ricavare tutte le informazioni utili in ambito di spionaggio». Insomma, il sistema per l’archiviazione e la gestione dei dati raccolti nei sistemi informativi dell’intelligence GB dovrebbe rasentare la perfezione e l’inviolabilità.

L’intelligence GB affida i suoi dati al Cloud di Amazon

Il tema di discussione, dunque, non sembra essere quello della sicurezza. O, almeno, non è questo in prima battuta. Perché le perplessità arrivano intorno al fatto che si sia scelta un’azienda – una multinazionale – straniera (in questo caso americana) per la gestione e l’archiviazione sul cloud di dati sensibili, anche per la sicurezza nazionale. Ma fonti interne hanno spiegato – anche se Boris Johnson non ha ancora voluto commentare quanto trapelato nel corso delle ultime 48 ore – che tutti i dati saranno comunque conservati all’interno dei confini britannici e che Amazon non potrà aver accesso a quei contenuti. Si tratta, dunque, di un sistema chiuso con il colosso americano che fornirà solamente l’infrastruttura tecnologica per la gestione, ma senza avere le “chiavi”.

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