Cosa sono, come interagiscono e quali sono le differenze tra CDN e cloud
Capita di scontrarsi sempre più spesso, nella realtà, con termini come CDN e cloud ed è importante capire cosa sono e come funzionano
11/10/2021 di Redazione
Qual è la differenza tra CDN e cloud? Nell’ultimo periodo, tra down dei servizi di streaming e down dei social, spesso e volentieri ci si imbatte in termini informatici con i quali si ha poca dimestichezza. Nell’ottica di comprendere una fetta importantissima di ciò che accade attorno a noi e che influenza la nostra realtà quotidiana, conoscere la differenza tra Content Delivery Network (ovvero “Rete per la consegna dei contenuti”) e cloud computing diventa fondamentale.
LEGGI ANCHE >>> Il ministro Colao presenta la «casa moderna per i dati degli italiani»
Cos’è una CDN
Il mondo è grande e Internet giunge ovunque. C’è però una grande differenza nelle tempistiche di ricezione e nella velocità di accesso ai contenuti richiesti in rete che dipende in larga parte dalla distanza fisica dai server dove sono ospitate le risorse desiderate (es. un film in streaming, una gif animata, una pagina html di una ricetta) al luogo geografico in cui si trova l’utente. Se i film e le serie di Netflix, fossero caricati esclusivamente su di un suo server, ad esempio negli Stati Uniti, un utente americano riuscirebbe a vedere quel film senza grossi problemi di buffering (la famigerata rotella che interrompe la riproduzione di un video) mentre un altro che si trova a Milano probabilmente interromperebbe, frustrato, la visione.
Una CDN risolve questo problema copiando e distribuendo strategicamente questi contenuti in centinaia, se non migliaia di server distribuiti in tutto il mondo velocizzando così il processo di delivery content. Viene così creata la cosiddetta cache di quel contenuto che viene “pescato” e duplicato a partire dal server di origine. Gli utenti quindi, nell’esempio di prima, non vedranno quasi mai un contenuto in streaming proveniente direttamente da un server origin di Netflix (o di Amazon Prime, Dazn etc.) ma sempre da una copia cache esistente su uno dei tanti server a disposizione della CDN.
Oltre ad accelerare i contenuti, le CDN permettono a Internet di non congestionarsi grazie alle capacità degli algoritmi che viaggiano assieme ai contenuti, di indirizzare il traffico nei percorsi dei provider internet meno trafficati. Si tratta del cosiddetto routing.
Cos’è un cloud computing
Quando si parla di cloud computing si fa riferimento a una serie di strumenti tecnologici che permettono di sfruttare risorse informatiche che, in alternativa, rimarrebbero inutilizzate andando a ridurre così il costo di fornitura di applicazioni e contenuti. Un esempio eclatante è AWS, ovvero i servizi cloud rivenduti da Amazon.
Dovendo garantire degli alti standard globali per il proprio e-commerce, dal 2006 Amazon ha pensato di rivendere porzioni della propria infrastruttura IT che altrimenti, a parte casi eclatanti come lo shopping natalizio o durante il black friday, sarebbe stata poco sfruttata. Attraverso il cloud computing è possibile pagare i servizi richiesti in base al consumo e scalare le dimensioni di una propria applicazione in base alle esigenze e alla crescita progressiva degli utenti che la utilizzano.
Ad esempio, un sito di news come questo, funziona grazie a un’applicazione che visualizza la pagina in un certo modo, mostrando dei contenuti che vengono registrati all’interno di un database mentre le immagini vengono salvate all’interno di uno spazio “disco” (storage). Questi tre elementi possono essere gestiti direttamente tramite differenti istanze di cloud computing. Man mano che la media degli utenti giornalieri aumenta, queste istanze possono essere potenziate (anche separatamente in base alle esigenze) senza la necessità di grandi competenze tecniche o di processi di migrazione lunghi e dispendiosi.
Grazie al calcolo preciso dei costi con il cloud computing si possono acquistare servizi di IT a seconda delle necessità reali di aziende e istituzioni. Ci sono diverse versioni del cloud computing – in Italia i dati della Pubblica Amministrazione saranno contenuti in quattro “stanze” tra cloud pubblico, cloud pubblico criptato, cloud privato/ibrido su licenza e cloud privato – a seconda delle esigenze di chi ne fa richiesta.
Differenze e interazione tra CDN e cloud computing
A livello fisico, la CDN è costituita da un gruppo di server e ne prevede uno centrale di origine (l’orign server) e gli altri distribuiti in punti strategici così da permettere ai visitatori un accesso più veloce ai siti web o ad altri contenuti. Il cloud computing, invece, è un grande gruppo di server presenti in un’unica location (in gergo si chiama data center). Solitamente la CDN è capace di supportare volumi di traffico più grandi rispetto al cloud computing poiché non deve elaborare il dato che viene richiesto ma semplicemente duplicarlo in un server più vicino all’utente che lo richiede.
La CDN agisce fornendo una piattaforma in grado di consegnare grandi quantitativi di traffico in prossimità dell’utente finale, il cloud computing permette di scalare facilmente le risorse per le applicazioni. Utilizzare in maniera congiunta CDN e cloud computing permette di creare una strategia di distribuzione dati più resiliente e affidabile rispetto a quella data dall’utilizzo dell’uno o dell’altro in maniera esclusiva.