Intel come Google: niente vaccino, niente stipendio
Anche l'azienda di Santa Clara si colloca nel solco dell'avvertimento del presidente Usa Joe Biden
23/12/2021 di Redazione
Se Joe Biden chiama, le aziende del digitale e del tech americano rispondono. Il presidente Usa ha fatto continuamente appello ai cittadini affinché possano sottoporsi a vaccinazione. Lo ha ritenuto un «dovere patriottico» e sta pensando seriamente all’obbligo vaccinale (nonostante le resistenze all’interno del Congresso). Da questo punto di vista, le grandi aziende del digitale e del tech negli Stati Uniti stanno facendo la loro parte. Ad aggiungersi a quelle che chiedono una maggiore responsabilità ai propri dipendenti ci ha pensato Intel. Ha messo in aspettativa non retribuita tutte le persone che lavorano in azienda e che non si sono ancora sottoposte a vaccinazione.
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Intel mette in aspettativa non retribuita i dipendenti no-vax
Il 7 dicembre scorso, più o meno alla stessa altezza cronologica dell’avvertimento che anche Google aveva lanciato ai suoi 150mila dipendenti negli Stati Uniti, Intel aveva inviato un memo in azienda: o la vaccinazione, o la giustificazione valida dell’esenzione (per motivi di salute o per credo religioso), o – in alternativa – l’aspettativa non retribuita. Il limite cronologico per presentare la documentazione sarà il 4 gennaio. Dopodiché potrebbero esserci forti ripercussioni all’intera filiera, se diversi dipendenti dovessero perseverare nel non farsi vaccinare.
Christy Pambianchi, che gestisce il settore delle risorse umane di Intel, ha comunicato che l’azienda si riserva di esaminare la richiesta di esenzione dall’obbligo fino al mese di marzo, procedendo con la sospensione degli stipendi a partire da aprile per quei dipendenti senza giustificazioni.
Le grandi aziende del digital e del tech come i servizi sanitari essenziali
Intel, dunque, sembra seguire le orme di Google, al centro – nelle scorse settimane – di una comunicazione analoga. È indicativo come le grandi aziende del digital e del tech (Intel è leader per la produzione e la distribuzione di hardware e altra componentistica per i computer) stiano procedendo verso la direzione di una sorta di obbligo vaccinale interno, al pari – ad esempio – di alcune categorie specifiche, come il personale sanitario. Del resto i grandi del digital sono il motore costantemente in evoluzione di un’economia che si muove al passo dell’ultimo ritrovato tecnologico: impossibile pensare a un loro rallentamento a causa dei contagi da covid-19. Una riflessione che deve allargarsi anche oltre al mondo americano e che ci deve far capire quanto alcune categorie economiche siano diventate “essenziali” almeno quanto le categorie che assicurano i servizi di welfare e di assistenza alla persona. La pandemia, evidentemente, ci ha fatto scoprire anche questo.
FOTO: IPP/zumapress – Barcellona