D’ora in poi l’INGV ci avvertirà del terremoto con un tweet

Purtroppo in Italia è diventata una consuetudine. Arriva una forte scossa, la gente la percepisce e si butta sui social per capire dove è l’epicentro. Solo dopo qualche minuto arriva la conferma: l’ufficialità, con un tweet dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)che conferma epicentro e magnitudo.

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Da oggi in poi però sarà l’INGV stessa ad avvertirci della scossa, via Twitter, per eventi sismici superiori alla magnitudo 3.
In pochi secondi sarà possibile avere una stima dell’epicentro e della magnitudo dal canale @INGVterremoti. I tweet – spiegano – saranno lanciati solo se i parametri indicheranno informazioni sufficientemente affidabili.

INGV TERREMOTI: MAGNITUDO E LOCALIZZAZIONE SENZA INTERVENTO UMANO

L’Istituto, già molto veloce sui social, fa adesso un passo in avanti. Magnitudo ed epicentro saranno comunicati all’inizio senza valori specifici, ma con un intervallo di valori per la magnitudo, mentre per quanto riguarda l’epicentro verrà indicata la provincia o la zona di mare. Questo perché, come spesso capita, dopo alcuni minuti dall’evento occorre riformulare con maggiore precisione il grado del terremoto stesso. Molte volte avrete notato anche voi quanto è stato ridimensionato o aggravato proprio il dato su magnitudo e profondità.

«La localizzazione e la magnitudo automatiche – spiegano dall’Ingv – sono calcolate dal software senza intervento umano e sono dunque soggette alle incertezze delle coordinate ipocentrali e della magnitudo insite al sistema di calcolo. Fino a oggi l’INGV ha comunicato solo la localizzazione rivista dai sismologi di turno nella Sala di Sorveglianza Sismica, operazione che richiede fino a 30 minuti di elaborazione, in media circa 10-12 minuti dall’accadimento del terremoto».

INGV TERREMOTI: OK, MA COME FUNZIONA?

«Nella Sala di Sorveglianza Sismica dell’INGV di Roma – spiegano sul sito – arrivano in tempo reale i segnali, vale a dire i sismogrammi, delle quasi 400 stazioni della Rete Sismica Nazionale e di altre reti che a essa contribuiscono. I segnali sono tutti digitali e gestiti da software dedicati. Quando un determinato numero minimo di stazioni registra un terremoto, i sistemi informatici utilizzati associano i segnali tra di loro e tentano di calcolare la localizzazione ipocentrale e di determinare la magnitudo. Nel corso di questa operazione, che può richiedere 1 o 2 minuti di tempo, viene valutata anche la bontà della determinazione con dei parametri qualitativi».

I sismologi, che effettuano i turni 24 ore su 24, iniziano la revisione della localizzazione e della magnitudo: analizzano i singoli segnali, verificano che i software non abbiamo errori e notano come avviene l’arrivo delle onde P e delle onde S e nel calcolare le ampiezze massime. Dopo questi esami si stima la posizione ipocentrale (latitudine, longitudine, profondità) e viene stimata nuovamente la magnitudo. Non è un passaggio facile, questa ultima analisi (a seconda della morfologia del territorio e delle caratteristiche dell’evento sismico) può concludersi anche 30 minuti dopo la scossa stessa.

Le informazioni riviste sono quelle che oggi vengono pubblicate sul sito dell’Osservatorio Nazionale Terremoti (ONT, http://cnt.rm.ingv.it/) e diffuse attraverso i canali social INGVterremoti di Twitter e Facebook.

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