L’india brucia: caldo record e siccità hanno messo in ginocchio il Paese
13/06/2019 di Daniele Tempera
In alcune zone la colonnina di mercurio ha sfiorato i 50 gradi. Non parliamo di Marte, né di un deserto africano, ma di alcune tra le più affollate aree dell’India. E il prezzo, in termini di vite umane e di danni economici e sociali è già molto alto. Secondo fonti governative l’ondata di caldo record avrebbe già fatto registrare 33 morti. L’ondata di calore ha già toccato circa 23 stati anche molto popolosi come Rajasthan, Madhya Pradesh, Uttar Pradesh e Maharashtra. Una situazione particolarmente critica nei dintorni di Mumbai. Secondo quanto riportato dal Guardian, nell’area il 90% della popolazione sarebbe fuggita, lasciando spesso a casa anziani e malati a fronteggiare un’ondata di calore che sembra, al momento, non accennare ad arrestarsi.
Per le autorità, l’India sta fronteggiando una calamità naturale peggiore della carestia del 1972 che, nell’area interessò circa 25 milioni di persone. L’allarme parte, del resto dallo scorso dicembre e sta apportando conseguenze abbastanza pesanti. L’emergenza che ha costretto le autorità a evacuare centinaia di villaggi per l’allarme “siccità”. Un allarme che ha provocato la devastazione dei raccolti e degli allevamenti, con molti animali uccisi da sete e fame. Mentre gli ospedali sono pieni di persone affette da disidratazione o patologie gastrointestestinali derivanti da acqua contaminata.
La cause: riscaldamento globale e mancato arrivo dei monsoni
Quel che è certo è che per l’India, questi fenomeni non sono purtroppo una novità. Dal 2010 nel Paese asiatico le morti per ondate eccessive di calore sono state ben 6mila, 2mila nel corso del solo 2015. La siccità interessa oggi quasi il 43% dell’India, un territorio vastissimo, un fenomeno originato primariamente dal mancato arrivo della stagione dei monsoni. Gli scienziati attribuiscono questi fenomeni anche a manifestazioni cone El Nino, ovvero il riscaldamento delle acque del Pacifico Tropicale e il cambiamento climatico.
Uno scenario che disegna un trend, non destinato a esaurirsi nel giro di poco. L’aumento delle temperature globali, coniugato all’aumento della popolazione, secondo gli esperti, porterà presto a carenze idriche potenzialmente devastanti e migrazioni di massa dalle aree interessate. Un’ulteriore evidenza che il cosiddetto “Global Warming” è un’emergenza politica e umanitaria non più rimandabile.