Di cosa hanno parlato Mario Draghi a Mark Zuckerberg a Palazzo Chigi

Il Presidente del Consiglio ha incontrato oggi a Roma il fondatore di Facebook e CEO di Meta

05/05/2022 di Enzo Boldi

Il metaverso sbarca a Palazzo Chigi. Giovedì mattina, infatti, il Presidente del Consiglio ha incontrato il fondatore di Facebook e CEO di Meta. Il colloquio, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, è stato organizzato nei giorni scorsi dal Ministro della Transizione Digitale Vittorio Colao. L’incontro tra Mario Draghi e Mark Zuckerberg è durato circa un’ora e i due hanno parlato del futuro della rete e del digitale. Con l’obiettivo fissato che risponde al nome di un concetto che, per ora, continua a essere molto fumoso e poco concreto, ma sempre presente in tutte le ultime dichiarazioni del capo di Meta: il metaverso.

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Ma cosa si sono detti il Presidente del Consiglio e il CEO di Meta? A rivelarlo è stato un portavoce dell’azienda americana che ha spiegato, sintetizzandolo, quale sia stato il tema al centro dell’incontro Draghi-Zuckerberg: «Per dare vita al metaverso sarà necessario uno sforzo congiunto tra aziende, mondo politico e società civile. Nell’incontro di oggi abbiamo confermato la nostra collaborazione con il governo italiano per valorizzare i punti di forza del paese nei settori tecnologico e del design e identificare futuri investimenti. Siamo lieti di aver potuto discutere le opportunità culturali, sociali ed economiche che il metaverso porterà all’Italia e non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione».

Incontro Draghi Zuckerberg, cosa si sono detti

L’argomento del confronto è stato, come prevedibile, il metaverso. Quell’idea di un futuro sempre più digitale che è diventata il core business dell’azienda nata da Facebook, con una vita online sempre più partecipativa, dunque, è stata portata all’attenzione del capo del governo italiano. Zuckerberg, infatti, ha provato a spiegare a Draghi tutte le potenzialità del metaverso e tutti quei riflessi (economici e commerciali, non solo in ambito produttivo) che un utilizzo diffuso di questo futuro futuribile potrebbero avere anche sull’industria italiana.

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