Incendio doloso al canapub di Monterotondo, è il momento di legalizzare?
21/03/2018 di Redazione
Nella notte tra il 15 e il 16 marzo un incendio doloso ha colpito il Canapub di Monterotondo, in provincia di Roma.
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Stefano Cirone, proprietario del locale unico nel suo genere per la possibilità di acquistare e consumare in loco prodotti a base di cannabis, ha commentato ai microfoni di Radio Cusano Campus la vicenda:
L’idea è stata del mio socio Alessio che ci ha visto lungo. È un mercato praticamente vergine. Rispetto ad altre negozi abbiamo deciso di differenziarci puntando anche sulla socialità. Con il pub ci si può sedere, bere qualcosa e non solo comprare l’infiorescenza. Abbiamo deciso di puntare sui derivati della canapa. Dalla cosmetica alla parte alimentare. Io sono di Roma. Il Pincetto a Monterotondo è un monumento storico e solo dopo ho scoperto che non è proprio frequentato benissimo. Ho saputo che molti cittadini si erano lamentati. Ancor prima di quello che ci è successo il Sindaco si era già mobilitato. Gli autori del gesto non sono ancora stati trovati ma le telecamere della banca che si trova di fronte al nostro locale ha ripreso tutto. La comunità e il Comune ci sono stati vicinissimi. Abbiamo fatto una manifestazione nella quale ci siamo appropriati nuovamente del Pincetto dando un forte segnale. Non c’era stata nessuna avvisaglia. Non c’era sentore che potesse accadere qualcosa del genere. Forse qualcuno ha avuto un raptus. Hanno voluto farci dei danni. Se fosse bruciato tutto dentro saremmo rimasti in ginocchio. Abbiamo il record che il nostro è il primo locale in Italia ad aver subito un atto del genere.
Che si tratti del gesto di un singolo o di un’azione studiata a tavolino dagli spacciatori del luogo per impedire la regolare attività del Canapub, resta una domanda da porsi: davvero conviene, sia a livello economico che di sicurezza, mantenere illegali certi tipi di prodotti? O sarebbe meglio procedere verso una graduale legalizzazione, accompagnata da una solida campagna di sensibilizzazione? Ai posteri l’ardua sentenza.