«Sequestrare una nave è impossibile», parola di capitano Gregorio De Falco

In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il capitano Gregorio De Falco, eletto senatore con il M5S e famoso per il caso Schettino dove invitò “gentilmente” l’uomo a risalire sulla Concordia, ha dichiarato che “l’Italia non può sequestrare una nave in acque maltesi“, andando così a smentire il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e quello degli Interni Matteo Salvini che hanno paventato il sequestro dell’imbarcazione dell’Ong Lifeline, che al momento si troverebbe in acque maltesi.

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Nessun dubbio?” – chiede Sandra Murri, giornalista del Fatto – “Assolutamente no – risponde De Falco – tanto più se la nave attraccherà in un porto di Malta, in quel caso la giurisdizione sarebbe maltese. Altro è se si trovasse in acque internazionali, la Ong sarebbe soggetta all’inchiesta di bandiera di ogni da nave da guerra“.

Gregorio De Falco, impossibile sequestro Lifeline

In cosa consiste tale procedura? “Una nave da guerra – prosegue De Falco – riceve il saluto della mercantile che mostra la propria bandiera. Se ci sono fondati motivi per ritenere che non sia genuino il collegamento fra nave e bandiera esposta, la nave da guerra può avviare una inchiesta. Stessa cosa se l’incontro avvenisse in acque internazionali ma in zona sottoposta all’autorità maltese per il soccorso e ricerche“.

Gregorio De Falco-Toninelli, ruolo Malta Lifeline

Caso chiuso? Non proprio, stando alle parole del diretto interessato Toninelli: “Io da cittadino prima ancora che da ministro dico che Malta non può evitare di assumersi una responsabilità che è prima di tutto umanitaria. Dovrebbe essere, notizie di queste ore, in acque maltesi, ma non abbiamo ancora la certezza. Nel momento in cui saranno in acque maltesi la responsabilità dell’apertura di un porto per la messa in sicurezza sarà sicuramente a carico di Malta“.

Dura è stata la reazione di Michael Farrugia, ministro dell’Interno maltese: “Danilo Toninelli dovrebbe stare ai fatti. Il soccorso è avvenuto nell’area di ricerca e soccorso della Libia, tra la Libia e Lampedusa. L’operazione è coordinata dall’Italia. Malta non è coinvolta”.

(Foto credits: Ansa)

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