Covid, l’immunità maggiore in Lombardia e il rischio più alto al sud

L'osservazione è stata fatta nel corso del convegno «Covid-19, il virus ignorante»

29/09/2020 di Ilaria Roncone

A parlare stavolta è Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs. L’esperto ha parlato della situazione italiana in merito al coronavirus focalizzandosi sulla differenza che c’è – allo stato attuale delle cose – tra il nord e il sud del paese. «Il rischio è che possa succedere lì (al sud n.d.r.) quello che è successo qui, ma non con la stessa gravità», ha detto in riferimento alla città di Bergamo e alla situazione immunità Covid in Lombardia.

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Bene l’immunità Covid in Lombardia

La situazione al nord e in particolare in Lombardia – la regione sin dall’inizio colpita in maniera più severa dalla pandemia e dai suoi effetti – è buona quando di parla di immunità secondo il parere di Remuzzi: «A Bergamo andiamo bene sul fronte dell’immunità a Sars-Cov-2, in Lombardia anche». Nel corso dell’evento organizzato dalla Fondazione The Bridge in collaborazione con Regione Lombardia il direttore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo ha parlato del lavoro scientifico fatto dall’istituto in questi mesi: «Noi stiamo uscendo con un lavoro scientifico che valuta l’immunità di 500 persone fra ricercatori del Mario Negri Bergamo, di Brembo e un altro gruppo. In generale qualcuno ha detto in quest’area si potrebbe arrivare al 60%. Io credo che ci sono aree di Bergamo dove si raggiunge un 40% di immunità» parlando in termini di anticorpi.

Il problema immunità Covid al sud

Se a Bergamo si calcola «attorno al 30% di positività agli anticorpi secondo i dati Ats», ben diversa è la situazione nel resto d’Italia e in particolare al sud e sulle isole dove – come ben sappiamo – il virus non ha avuto la stessa diffusione o, comunque, non l’ha avuta agli stessi livelli sin dai primi mesi. Il fulcro della questione e, di conseguenza, l’attenzione potrebbero spostarsi ora nelle regioni meridionali, che potrebbero doverlo ancora vedere il peggio: «Adesso il problema può essere al contrario in Campania, in Calabria, nelle Isole. Il rischio è che possa succedere lì quello che è successo qui, ma non con la stessa gravità. Ci vorranno però un paio di mesi perché arrivino loro al punto dove siamo noi adesso».

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