Il sito presidenziale di Taiwan colpito da un attacco prima della visita di Nancy Pelosi

A bloccare il sito un attacco DDoS

03/08/2022 di Clarissa Cancelli

Il sito presidenziale di Taiwan è stato colpito da un attacco informatico, proveniente dall’estero, prima della visita della speaker della Camera dei rappresentanti Usa Nancy Pelosi. L’attacco è stato 200 volte superiore alla media rispetto a un giorno normale.

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Il sito presidenziale di Taiwan sotto attacco prima della visita di Nancy Pelosi

A lanciare l’allarme è stato il portavoce presidenziale taiwanese Chang Tun-Han che, in un post su Facebook, ha dichiarato che un attacco di tipo “denial-of-service” ha bloccato il sito web martedì sera. Ma come funziona un attacco DDoS? Enormi volumi di traffico – generati su una scala estremamente estesa – raggiungono nello stesso momento server o interconnessioni di rete, con lo scopo di sovraccaricarli e, di conseguenza, di renderli inutilizzabili. Si verifica, dunque, il downtime dei siti contro cui l’attacco è diretto. Chang Tun-Han ha poi aggiunto che il sito ha ripreso il normale funzionamento 20 minuti dopo l’inizio dell’attacco. Ha poi assicurato che il governo di Taiwan continuerà a monitorare la situazione. L’attacco ha preceduto l’arrivo a Taiwan di Nancy Pelosi. «La nostra delegazione del Congresso ha avuto il grande privilegio di incontrare qui a Taipei il vicepresidente della legislatura Yuan Tsai Chi-chang – si legge in un tweet della speaker della Camera -. Abbiamo ribadito il nostro fervido sostegno alla democrazia di Taiwan, anche in materia di sicurezza e stabilità, crescita economica e governance». Negli ultimi 25 anni, nessuna delle più alte cariche degli Stati Uniti d’America ha mai messo piede a Taiwan. La visita a Taipei di Nancy Pelosi ha scatenato la “ferma condanna” di Pechino che ha inviato i suoi caccia nello Stretto di Taiwan, dando il via, come annunciato dal ministero della Difesa, a «operazioni militari mirate». «Venendo a Taiwan, onoriamo il nostro impegno per la democrazia, riaffermiamo che le libertà di Taiwan, e di tutte le democrazie, deve essere rispettata», ha spiegato la speaker  in un articolo a sua firma sul Washington Post. Le tensioni tra gli Usa e Pechino non sembrano placarsi. Basti pensare che il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, ha definito gli Usa «i più grandi distruttori della pace» nel mondo d’oggi. «Chi gioca con il fuoco si brucia», aveva invece detto il presidente cinese, Xi Jinping, al presidente Usa Joe Biden.

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