Il Commissario Montalbano, Sonia Bergamasco: “Episodio molto emotivo, Sironi fondamentale per il successo” | Video
20/02/2020 di Thomas Cardinali
Sonia Bergamasco è diventata Livia nel 2016 raccogliendo il testimone prima da Katharina Bohm e poi dalla svedese Lina Perned conquistando subito i fan de “Il Commissario Montalbano“. L’attrice nota soprattutto per il suo grande lavoro teatrale e cinematografico, la ricorderete recentemente nel campione d’incassi “Quo Vado?” di Checco Zalone, ha saputo dare uno spessore a Livia che non c’era stato nei primi dieci cicli di episodi di Montalbano conquistando subito anche il regista Alberto Sironi, oltre che naturalmente il suo collega e partner sul set Luca Zingaretti. Nella nostra chiacchierata con lei ci ha parlato prevalentemente del grande dolore provato per la scomparsa della loro guida lavorativa e del maestro Andrea Camilleri, ma anche del nuovo episodio “Salvo Amato, Livia Mia” che vedrà il commissario Montalbano per la prima volta al cinema e presentato insieme al secondo “La Rete di Protezione” nella sede Rai di Viale Mazzini. L’appuntamento sul piccolo schermo è per il 9 e il 16 marzo.
Sonia Bergamasco, che sensazione le dà sapere che Il Commissario Montalbano arriva al cinema?
“Un’assoluta novità di cui sono curiosa e contenta. È una nuova possibilità che viene data ai lavori televisivi, è successo anche con altre produzioni. Sono curiosa perché Montalbano è stato sempre goduto in famiglia, spostarlo in un altro luogo è una sfida”.
“Salvo Amato, Livia Mia”, il titolo ci sembra presagire un episodio sentimentale. Sarà così?
“Il titolo è molto sentimentale, o meglio romantico. Sicuramente c’è un accento emotivo forte perché la vittima di questa storia è una carissima amica di Livia. Lei e Salvo sono coinvolti nelle indagini in prima persona”.
Prima volta senza i due papà del Commissario Montalbano, come ha vissuto l’addio ad Andrea Camilleri ed Alberto Sironi?
“È stato un anno difficile, perché prima c’è stato l’addio a Camilleri e poi sul set in modo shoccante quello ad Alberto Sironi. Tutti noi ricorderemo Alberto per la sua enorme passione riservata nel progetto Montalbano, lui ha dato vita televisiva perché è riuscito a tradurre le storie potenti di Camilleri in un linguaggio cinematografico. È riuscito a dargli dei tempi, delle luci, ad incardinarlo nel paesaggio e quindi è stato una parte fondamentale del grande successo di questa serie”.
Com’è stato Luca Zingaretti come regista?
“Luca si è trovato costretto a passare dall’altra parte ed è stato faticoso per lui, dal mio punto di vista è stato facile lavorare con lui perché aveva chiaro quello che voleva fare”.
Sappiamo che nella cassaforte Sellerio c’è l’ultimo volume del Commissario Montalbano, state già parlando su quando portarlo in tv?
“Non dovete chiedere a me per la fine di Montalbano, non lo so”.