Il botta e risposta tra Feltri e la moglie di David Parenzo
18/05/2020 di Daniele Tempera
Un ring televisivo al quale ormai si è abituati. L’appuntamento è quello domenicale di “Non è l’Arena” di Massimo Giletti, un circo mediatico popolato di volta in volta da giornalisti, epidemiologi (di questi tempi), vip e opinionisti. Ingredienti che cambiano ogni settimana. A non cambiare è invece il risultato che si è trasformato, anche ieri, in una serie di risse verbali a favore di telecamera. A tenere banco è stata questa volta la polemica tra il direttore del Giornale Alessandro Sallusti e il giornalista David Parenzo.
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Ancora una volta a tenere banco è stato lo scontro sulla vicenda di Silvio Romano e su una battuta di David Parenzo che aveva detto che non si sarebbe fatto dare lezioni di giornalismo da chi aveva scritto che Karima el-Mahroug – conosciuta come Ruby Rubacuori – era la nipote di Mubarak. Un’allusione che ha mandato su tutte le furie il direttore de “Il giornale” che non ha tardato a riempire il giornalista, spalla di Giuseppe Cruciani a La Zanzara, di violenti insulti.
E sulla polemica non poteva planare, via tweet, Vittorio Feltri, direttore di Libero e grande amante delle polemiche e delle provocazioni. E lo fa dando a Parenzo del “finto ebreo” con la quale Sallusti si sarebbe “pulito le scarpe”.
Meraviglioso. Giletti invita Parenzo all’Arena. E tutti ci divertiamo ad ascoltare Sallusti che si pulisce le scarpe col finto ebreo che, se fosse autentico, non farebbe la solita figura di merda.
— Vittorio Feltri (@vfeltri) May 17, 2020
Parole sguaiate e francamente assurde che hanno scatenato in modo netto, la reazione di Nathania Zevi, giornalista del Tg3 e moglie di David Parenzo.
Spero solo che il Dio di noi ebrei (veri, finiti o patentati da Feltri) ci metta una mano in testa e ci protegga dalla possibilità di invecchiare come te Vittorio. Un uomo che è stato tante cose, tra cui intelligente, affascinante e di successo e che oggi non ha più dignità.
— Nathania Zevi (@Natizevi) May 17, 2020
L’augurio è quello di non invecchiare come il direttore di Feltri, dipinto come un uomo senza più misura né dignità. Una risposta puntuale e tutto sommato sobria, all’ennesima escandescenza social del direttore di Libero.