Crea un profilo social intestato a un amico dell’ex per ricucire il rapporto: patteggia 5 mesi e 10 giorni
In sede civile, invece, il risarcimento del danno è pari a 6mila euro
29/08/2022 di Redazione
Non ci sono buone intenzioni che tengano: sostituirsi a un’altra persona sui social network è un reato e, come tale, viene punito. Non si può nemmeno sostenere che le piattaforme di social networking siano una pallida proiezione della vita reale, quasi un gioco: per cui non può essere giustificata un’azione ritenuta innocente da chi l’ha perseguita, ma che ha avuto conseguenze nella vita reale stessa. I social network e l’identità digitale che si portano con sé devono assolutamente essere considerati qualcosa di concreto. Il tribunale di Palermo ha riconosciuto colpevole una donna che aveva creato, a nome di un amico dell’ex, un profilo social con cui contattava l’ex stesso (cercando di ottenere informazioni sulla sua vita sentimentale), ma anche altri amici del suo stesso ex, con cui capitava di avere degli screzi e delle discussioni molto animate.
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Identità digitale non tutelata: vengono patteggiati 5 mesi e 10 giorni, con risarcimento da 6mila euro
Il tribunale di Palermo, dopo che la responsabile aveva richiesto il patteggiamento, ha condannato in sede penale a 5 mesi e 10 giorni la donna che aveva effettuato questa sostituzione di persona sui social network. In sede civile, il risarcimento del danno nei confronti dell’amico dell’ex a cui è stata sottratta l’identità digitale è quantificabile in 6mila euro.
Bisogna cercare di far capire all’opinione pubblica, al di là della gravità della pena proposta dal tribunale di Palermo, di quante azioni è stato protagonista inconsapevole la vittima della duplicazione dell’identità digitale. Innanzitutto, a suo nome, sono state condotte conversazioni che potevano essere considerate pruriginose e inopportune. Poi, sono stati compromessi dei rapporti sociali (spesso, con il profilo alias, la donna andava a discutere animatamente con conoscenti dell’amico dell’ex). Impossibile ricondurre tutte queste fattispecie esclusivamente alla sfera digitale. Che è una rappresentazione di sé davanti alla società, che non può essere compromessa. Il reato individuato è stato quello di trattamento illecito di dati personali.