Le controanalisi confermano la positività di Iannone all’antidoping

09/01/2020 di Enzo Boldi

Le controanalisi hanno confermato la presenza di sostanze vietate, ma il loro quantitativo è esiguo. La notizia, che sembra essere negativa, in realtà porta acqua al mulino della tesi difensiva di Andrea Iannone, sospeso dalla FMI lo scorso 17 dicembre dopo la positività all’antidoping durante il penultimo fine settimane di gare dello scorso Mondiale di MotoGP.

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«Le controanalisi dovrebbero attestare la presenza di metaboliti pari a 1,150 nanogrammi per millilitro, quantitativo esiguo, considerando anche che il pilota era da oltre un mese di in Asia e che il test, eseguito subito dopo il GP, era relativo a un campione di urina molto densa, pari a 1,024, per la forte disidratazione della corsa – ha detto alla Gazzetta dello Sport Antonio De Rensis, avvocato di Andrea Iannone. È un dato che ci conforta verso la tesi della contaminazione alimentare, anche perché gli steroidi sono assunti con cicli lunghi, non occasionali. Alla prima comunicazione ufficiale avvieremo le nostre attività per mostrare l’estraneità di Iannone e riconsegnarlo all’Aprilia, di cui apprezzo l’atteggiamento garantista».

Iannone, le controanalisi confermano la positività. Ma…

Il quantitativo esiguo di Drostanolone presente nel campione prelevato a novembre da Andrea Iannone, dunque, potrebbe essere un dato molto positivo per il pilota dell’Aprilia Racing. Secondo la tesi difensiva, infatti, le controanalisi mostrerebbero anche come il motociclista italiano – che all’epoca del prelievo veniva da un tour de force per via ti gare e test – sarebbe stato molto disidratato.

I prossimi passaggi

Un fatto che avrebbe provocato un addensamento – e, quindi, un valore più alto del previsto – di quegli streroidi androgeni esogeni anabolizzanti risultati dal primo prelievo. Per il momento, però, resta la sospensione e si dovrà procedere con il deferimento dell’atleta. Come da prassi.

(foto di copertina: da profilo Instagram di Andrea Iannone)

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