Processo Weinstein: la testimonianza di Jessica Mann, torchiata dalla difesa tanto da sentirsi male in aula

Harvey Weinstein è sotto processo per aggressione sessuale: la rivelazione della sua presunta abitudine ad abusare e violentare donne del mondo dello spettacolo ha portato alla nascita del movimento #metoo. Dopo la gogna sociale, ora il produttore cinematografico sta affrontando la giustizia, caso per caso. Venerdì è cominciato quello alla Manhattan Criminal Court, dove l’attrice Jessica Mann ha confermato le pesanti accuse contro di lui, pagandole amaramente.

Processo Weinstein: la testimonianza di venerdì di Jessica Mann

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Jessica Mann è una ex attrice, una delle testimoni chiave per l’accusa contro Harvey Weinstein. Durante la sua deposizione di venerdì ha raccontato in che modo ha conosciuto il produttore cinematografico e come è stata violentata da lui. La ragazza, oggi 34enne, ha sostenuto di essere stata violentata dal produttore in un hotel di New York nel 2013. Una violenza che avrebbe dato il via ad un rapporto «estremamente degradante», con diversi episodi di sesso non consensuale. la giovane ha detto di non aver avuto il coraggio di chiudere perché temeva che Weinstein avrebbe fatto del male a lei o al padre, e ha raccontato che, quando era finalmente riuscita a interrompere il rapporto dicendogli di avere un fidanzato, il produttore l’ha nuovamente violentata a Los Angeles. Ricostruendo la prima violenza avvenuta nel 2013 in una suite di hotel di New York, la ragazza ha anche indugiato su una descrizione fisica dei genitali di Weinstein, sostenendo che non avesse i testicoli e soffrisse della sindrome da “pene morto”.

L’avvocato Donna Rotunno mette sotto torchio Jessica Mann

Lunedì invece è stato il turno dell’avvocato difensore di Weinstein per contro-interrogare Jessica Mann. L’avvocato di Weinstein, Donna Rotunno, ha incalzato talmente tanto la giovane da farle avere un presunto attacco di panico. la ragazza infatti ha cominciato a sentirsi male mentre veniva torchiata da Rotunno, al punto che il giudice ha sospeso l’udienza rimandandola ulteriormente. Rotunno ha fatto leggere a Mann delle email in cui parlava del suo rapporto con Harvey Weinstein, descrivendolo come «uno pseudopadre» e una persona che le aveva «offerto aiuto quando i miei genitori non lo facevano». Parole che, secondo l’attrice, non rappresentavano davvero la natura del loro rapporto. L’avvocato Rotunno l’ha quindi accusata di aver «manipolato il signor Weinstein in modo da essere invitata alle feste», per ricavare un vantaggio per la propria carriera. «Non lo stavo manipolando» si è difesa lei, secondo quanto riportato dai diversi media, «Avresti continuato a fare tutto ciò che dovevi fare per farlo accadere?» ha quindi continuato Rotunno, a cui Mann a replicato «Non direi così». La sua testimonianza quindi stava venendo indebolita dal pugno duro usato dall’avvocato difensore e, secondo quanto scritto dalla Cnn, la testimone ha cominciato ad ansimare vistosamente, dicendo di avere un attacco di panico. Inutile la sospensione momentanea e l’aiuto offertole dai legali: il giudice dopo un intervallo ha rimandato la sua testimonianza al giorno seguente, martedì 4 febbraio.

( Credits immagine di copertina: wikimedia commons)

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