Chi sono gli Harambee, la nuova «corrente» del Partito Democratico

La risposta del Partito Democratico alla disfatta del 4 marzo? La solita. Ovvero, la formazione di una nuova corrente. Questa volta, però, ci siamo spinti davvero in un terreno sin troppo esotico. Parliamo degli Harambee, quelli chiamati a raccolta all’Acquario di Roma da Matteo Richetti. Una parola keniota per definire quella che potrebbe essere una nuova linea all’interno del partito del Nazareno.

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HARAMBEE, CHI SONO E COSA VUOL DIRE: LA SPIEGAZIONE

«In swahili, la lingua nazionale del Kenya – ha affermato lo stesso Matteo Richetti – non ha propriamente un significato. Sta più per un’incitazione che potremmo tradurre con ‘oh-issa’. Si tratta della metafora del lavorare insieme, quello che il Partito Democratico dovrebbe fare per evitare l’estinzione».

Già. Dopo i renziani, gli orlandiani, i Giovani Turchi, quelli di Emiliano, ecco spuntare anche la corrente di ispirazione keniota, con qualche suggestione che arriva direttamente dal mondo degli scout. Harambee, infatti, era il titolo una lettera che veniva utilizzata molto spesso dai missionari (lo zio di Richetti era fra questi) per chiedere un aiuto agli italiani per le popolazioni africane. La parola sarà la protagonista della convention di Roma, dove verranno appese al soffitto tantissime lettere o emali arrivate all’esponente del Partito Democratico dopo il 4 marzo, tutte contenenti la medesima esortazione.

HARAMBEE CHIUDE UNA LUNGA TRADIZIONE DI CORRENTI

Dalla prima repubblica in poi, l’Italia è stata abituata alle correnti. Dalla Democrazia Cristiana in poi, si sono susseguiti Pontieri, Forze Nuove, Morotei, Dorotei, esponenti di Area Zac, di Impegno Popolare, di Iniziativa Popolare, di Primavera, di Base. Il Partito Democratico ha raccolto questa illustre tradizione, sfoggiando nomi sempre più improbabili. Ma fino a questo momento, quelli che avevano osato di più erano stati i già citati Giovani Turchi. Harmbee, non ce ne voglia Richetti, sembra davvero troppo. Un nome manierista. Tipico dell’impero alla fine della decadenza.

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