Luigi, Morena, Angelo e Daniela: i racconti di chi sta sconfiggendo il Coronavirus

10/03/2020 di Enzo Boldi

Nel mare magnum di notizie poco positive che la cronaca quotidiana obbliga a raccontare per descrivere l’incidenza del Covid-19, ci sono quattro storie che portano un raggio di luce sulla situazione in Italia. Quattro persone, i guariti Coronavirus, i cui racconti sono stati raccolti da Il Corriere della Sera. Tutte persone risultate positive ai tamponi e che hanno accusato sintomi. Dopo lunghi giorni di degenza ospedaliera, per loro sono arrivate le buone notizie. Racconti di speranza anche per tutto il resto del popolo italiano.

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Il primo è Luigi Tommasini, fotografo napoletano che vive da tempo a Casalpusterlengo, nel Lodigiano. «Guarire si può, ma ho visto un inferno – racconta il 59enne che frequentava l’ospedale di Codogno per una terapia riabilitativa alla spalla -. Quel maledetto virus mi deve aver attaccato proprio lì: il 24 febbraio ho iniziato a sentirmi male, avevo tosse e una febbre che non voleva saperne di andarsene. Sono arrivato fino a 39, ho resistito quasi una settimana cercando di curarmi da solo. Alla fine stavo così male che il 2 marzo mi hanno preso in carico. E mi hanno mandato a Lodi». Non è mai stato in terapia intensiva, ma faticava moltissimo a respirare. Ora sta meglio, anche se non benissimo, e verrà rimandato a casa per proseguire le cure per altri 10 giorni. Ma il messaggio è chiaro: guarire si può.

Guariti Coronavirus, il racconto di chi ha superato il Covid-19

La seconda storia raccontata da Il Corriere della Sera è quella di Morena Colombi, operai 59enne di Truccazzano, in provincia di Milano. Le sue condizioni di salute non sono mai state drammatiche, non ha mai avuto bisogno di esser portata in terapia intensiva. Ma la febbre alta (poi calata) e i problemi respiratori erano talmente evidenti da convincere i medici a sottoporla al tampone. L’esito è stato positivo. «Mi ritengo fortunata. Ma ci sono persone che non ce la fanno, per questo continuo a ripetere a tutti di stare a casa. Anche la quarantena fa paura, ma ci si organizza. Il negozio di alimentari del paese mi lascia la spesa davanti alla porta». La donna è in attesa del test che confermerà la negatività al Covid-19 prima di essere inserita nel numero dei guariti Coronavirus.

I due medici del Pavese

Infine ci sono due storie collegate, quelle di un marito e una moglie medici del Pavese. Lei, Daniela Gambarana, di professione pediatra, è stata la prima ad accusare tutti i sintomi; lui, Angelo Sferrazza ha tre studi tra Pieve Porto Morone, Chignolo Po e Lambrinia. Febbre che non passava, tosse stizzosa. Ha fatto una lastra che ha evidenziato una polmonite doppia, perciò le ho prescritto un antibiotico – racconta il marito -. Ma col trascorrere dei giorni la situazione non migliorava». Poi il test e la scoperta del caso d Codogno, dove erano andati per sottoporsi a una lastra. Il ricovero in Ospedale –  nel reparto di Malattie infettive del San Matteo di Pavia – dal 22 al 29 febbraio, le cure con antibiotici e antivirali, e il nuovo tampone negativo. Infine il ritorno a casa, in quarantena, rassucurandosi che tutti i loro pazienti stiano bene.

I raggi di luce in un momento d’ombra

Le testimonianza di questi quattro guariti Coronavirus – o in via di guarigione – regalano un briciolo di speranza in un Paese attanagliato da brutte notizie relative alla diffusione del Covid-19. Loro quattro, insieme ad altre 720 persone (secondo gli ultimi dati diffusi dalla protezione civile) ce l’hanno fatta a superare il tutto. Ovviamente per i casi più critici il percorso è molto più criticato. Ma anche l’ottimismo può aiutare a trovare nuove motivazioni.

(foto di copertina: da profilo Facebook)

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